Pensioni: si riparte da Ape, sul tavolo sconti età e donne

8 marzo: segnale stradale con l'insegna di donne al lavoro.
Lavoro donne
Lavoro donne

ROMA. – Al centro del tavolo tra governo e sindacati, convocato per la prossima settimana, ci sarà l’Ape social, dopo il pieno di richieste arrivate all’Inps si ragiona su possibili ritocchi alla misura, che consente l’uscita anticipata a 63 anni per chi è disoccupato, assiste malati gravi o svolge lavori gravosi, dall’infermiere alla maestra d’asilo. Una sorta di ‘tagliando’ alla misura introdotto con la legge di Bilancio dello scorso anno.

L’obiettivo è ampliare le platee, riducendo i requisiti per le donne: si parla di abbassare il periodo di contribuzione di tre anni. Ma l’Ape potrebbe anche essere la strada per riconoscere altri bonus, per esempio sull’età che rischia di alzarsi a 67 anni dal 2019.

Per i sindacati la questione dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita rappresenta un ‘detonatore’ ma sarebbe ancora presto per affrontare il nodo. Soprattutto perché l’Istat deve ancora aggiornare i dati: le previsioni parlano di 5 mesi in più ma la cifra definitiva potrebbe essere un po’ più bassa (nell’arco temporale che va considerato non sempre la freccia è stata rivolta verso l’alto).

Sembra esserci da parte del governo la disponibilità a venire incontro alle fasce più deboli. Si parte allora dalle donne, a cui oggi è richiesta un’anzianità per l’Ape social uguale a quella degli uomini (30 e 36 anni in caso di mestieri faticosi). L’asticella potrebbe essere abbassata (ad esempio a 27 e 33 anni). Potrebbero poi essere valorizzati i mesi o gli anni persi dal lavoro per potere accudire figli o familiari disabili. Insomma si va verso un’Ape ‘donna’ o ‘rosa’.

Agganciandosi all’accordo precedente sulle pensioni, si può immaginare già una possibilità di intervento sull’età. Si potrebbe rivedere l’automatismo per quanti accedono all’Ape o comunque svolgono attività pesanti (facchini, camionisti, addetti alle pulizie). D’altra parte lo stop all’età è stato riconosciuto per i lavori usuranti (in miniera, galleria, altoforno). L’Anticipo pensionistico sarebbe comunque la leva attraverso cui agire. Tanto che già si parla di rendere l’Ape strutturale dopo il biennio di sperimentazione, che terminerà nel 2018.

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, incontrerà i leader di Cgil, Cisl e Uil il 27 luglio anche per discutere di ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro nelle aree di crisi. Si tratta di studiare delle tutele, puntando anche sulla formazione.

Sul tavolo non mancherà la cosiddetta pensione di garanzia per i giovani, come ricorda il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, che però insiste “per bloccare l’assurdo innalzamento automatico dell’età pensionabile”. E aggiunge: “se non riusciremo a ottenere i risultati auspicati, non è da escludere un percorso di mobilitazione”. Intanto per il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, avere fissato una data d’incontro è “una buona notizia”, per dare finalmente un via ‘politico’ alla fase due sulle pensioni.

(di Marianna Berti/ANSA)