Credit Suisse: la Gdf vuole i nomi di diecimila titolari italiani

Ufficiali della Guardia di Finanza controllano documenti contabili durante un'ispezione.
Ufficiali della Guardia di Finanza controllano documenti contabili durante un'ispezione.
Guardia di Finanza

MILANO. – L’Italia punta ad ottenere dalla Svizzera, in base ai più recenti accordi di cooperazione internazionale, i nomi di migliaia di italiani, clienti di Credit Suisse Ag, che attraverso presunte false polizze assicurative hanno trasferito aldilà del confine somme di denaro per occultarle al Fisco. In particolare, la Guardia di Finanza ha chiesto alle autorità fiscali svizzere gli elenchi relativi ai beneficiari di ben 9.953 posizioni finanziarie per un ammontare complessivo di oltre 6,6 miliardi di euro.

Da un’inchiesta del pm di Milano Gaetano Ruta con al centro l’accusa di riciclaggio, poi conclusasi con un patteggiamento dell’istituto elvetico e con un versamento di circa 109 milioni di euro, erano venute a galla alcune “liste” di clienti, relative a oltre 13mila posizioni finanziarie, che il Nucleo di polizia tributaria della Gdf milanese aveva trovato e sequestrato.

Proprio lavorando su quelle liste gli investigatori, assieme ai funzionari dell’Agenzia delle Entrate, sono già riusciti al momento ad identificare i titolari di oltre 3mila polizze e a far recuperare al Fisco circa 173 milioni di euro, anche con l’adesione di molti soggetti alla prima ‘Voluntary disclosure’.

Ora, attraverso i nuovi canali di cooperazione sull’asse Italia-Svizzera, la Gdf ha chiesto i nominativi delle altre quasi 10mila posizioni per poter fare accertamenti sugli oltre 6,6 miliardi di euro trasferiti nel Paese elvetico. Ogni singolo rapporto finanziario, come già avvenuto per le altre posizioni, dovrà essere poi valutato sia dal punto di vista amministrativo-tributario (ci potrebbe essere anche in questo caso un’adesione alla cosiddetta ‘voluntary bis’) che eventualmente penale.

“Il 14 dicembre 2016 – ha spiegato la banca in una nota – le autorità giudiziarie italiane competenti hanno approvato l’accordo stipulato tra Credit Suisse e le autorità italiane a ottobre 2016. L’approvazione della corte ha sancito la conclusione delle indagini da parte delle autorità italiane relative alle attività cross-border italiane di Credit Suisse per il periodo che va dal 2008 al 2015. Credit Suisse – ha aggiunto – ritiene chiuse le indagini relative alle attività cross-border italiane di Credit Suisse”.

Lo scorso dicembre, infatti, il gip Chiara Valori aveva ratificato il patteggiamento di Credit Suisse Ag (la controllata italiana non è mai stata coinvolta nella vicenda) nell’ambito dell’inchiesta che vedeva indagata la banca per riciclaggio in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Il gruppo aveva raggiunto un accordo con la Procura di Milano e aveva messo sul piatto 8,5 milioni di euro, tra sanzioni pecuniarie e denaro confiscato. Qualche mese prima, tra l’altro, Credit Suisse Ag aveva anche chiuso il contenzioso con l’Agenzia delle Entrate accettando di versare la somma di 101 milioni di euro per imposte, interessi di mora e sanzioni.

(di Igor Greganti/ANSA)

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