Legge elettorale per i Comuni, vince subito chi ha 40%. Rabbia M5s

Elezioni Comunali 2017
Elezioni Comunali 2017

ROMA. – Nuove schermaglie Pd-M5s sul fronte delle riforme elettorali: in attesa della ripresa del confronto sulla legge elettorale a fare da detonatore questa volta è la proposta di riforma per le elezioni comunali. In Commissione Affari costituzionali è infatti arrivato il testo base che abbassa dal 50% al 40% la soglia necessaria per vincere le elezioni comunali senza ballottaggio.

“Il Pd e il solito Verdini si stanno organizzando per eliminare la possibilità che il M5s vada alla guida di nuovi comuni. Anziché far decidere al popolo, vogliono decretare che la minoranza diventi maggioranza, attraverso le ammucchiate di liste” protesta dal blog di Beppe Grillo il “referente” per il Movimento sulle riforme, Danilo Toninelli che parla di un’iniziativa “ai limiti dell’eversione”.

A depositare il nuovo testo in Commissione è stato il relatore Massimo Parisi (Sc-Ala) il giorno dopo in cui il Pd, con il responsabile Enti Locali Matteo Ricci, in una audizione in qualità di vicepresidente dell’Anci, ha dato il via libera all’abbassamento. Per i 5 Stelle il Pd è “come i bambini che non vogliono perdere e cambiano le regole del gioco” per evitare nuovi casi Roma e Torino visto che “ai ballottaggi vince sempre il M5s”. Con questa “ennesima porcata – fa notare Toninelli – oggi il sindaco di Torino sarebbe Fassino che al primo turno prese il 41%”.

“Per non far vincere i 5 Stelle alle amministrative non c’è bisogno della mia proposta di legge. Ci riescono benissimo da soli come ha dimostrato l’ultima tornata amministrativa” replica il verdiniano Parisi che continua: “ricordo a Toninelli che in 7.232 comuni italiani, il 90,6% del totale, già oggi si vince senza il ballottaggio, ma semplicemente prendendo un voto più degli altri. Il senso della mia proposta è un altro: fare in modo che ad essere eletto sindaco sia il candidato più votato, non come successo anche alle ultime comunali dove sindaci eletti al ballottaggio hanno raccolto meno consensi dei loro avversari al primo turno. E’ una questione di democrazia”.

La proposta di legge, presentata dallo stesso Parisi, aumenta anche il numero delle firme necessarie per presentare le liste e introduce la soglia del 3% per entrare nei Consigli comunali, per diminuire la frammentazione. Il testo unificato si è reso necessario perché a tale proposta sono state abbinate altre proposte che affrontavano due altri problemi: la cosiddetta “anatra zoppa”, cioè quando il sindaco vince al ballottaggio ma non ha la maggioranza in Consiglio comunale, e l’incompatibilità tra mandato di consigliere e assessore.

Per la prima questione il testo unificato propone che sia l’esito del ballottaggio a determinare anche la composizione del Consiglio Comunale; per il secondo problema si propone l’abolizione dell’incompatibilità.

(Di Francesca Chiri/ANSA)

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