ROMA. – Le aspettative da Champions per il mercato stratosferico del Milan non distraggono Vincenzo Montella, che non si fa incantare dal troppo facile 4-0 servito a un Bayern ad inizio preparazione e sa bene che da giovedì in Romania si comincerà a far sul serio. Dopo i 200 milioni spesi per tanti super acquisti (e in attesa di un altro attaccante), non è preventivabile un flop nel doppio confronto con l’Universitatea Craiova, ma un po’ di cautela non guasta: i preliminari di Europa League hanno già creato forti sorprese.
I Rangers di Glasgow sono stati estromessi dai lussemburghesi del Progres; poi è toccato al Galatasaray leccarsi le ferite per l’eliminazione con gli svedesi dell’Ostersund. E l’Universitatea, seppure decaduta dopo il fallimento del 2012, nella sua storia ha eliminato due volte nelle coppe la Fiorentina ed è stata sconfitta dall’Inter.
In panchina siede l’allenatore Devis Mangia, ex tecnico dell’Under 21, uno che conosce bene il calcio italiano e ci tiene a far bella figura per poter tornare a dirigere una squadra nel suo Paese. Il Milan vive un momento di sana euforia: dopo la fine dell’epopea berlusconiana, il tira e molla per la cessione della società non aveva messo in buona luce la nuova proprietà cinese, che poi è partita al galoppo con acquisti eclatanti: la complicata conferma di Donnarumma, l’arrivo di Bonucci strappato alla Juve, gli ingaggi dei vari Biglia, Conti, Kessie, Andres Silva hanno cambiato i connotati della squadra.
In Europa solo il Manchester City ha speso di più e il Milan sembra avviato a riprendere il suo posto in Italia e in Champions. Ma il percorso è lungo e pieno di ostacoli e, soprattutto, non si può steccare affrontando il primo gradino, il terzo turno preliminare di Europa League. Il nuovo Milan è una corazzata, ma Montella sa bene che cominciare presto a battersi per i tre punti presenta degli handicap che in passato le squadre italiane hanno pagato caro.
Per le più piccole spesso cominciare la stagione a luglio ha portato a serie conseguenze. In tre occasioni è addirittura finita con una retrocessione: nel 1998 la Sampdoria di Spalletti comincia l’Intertoto il 4 luglio, poi in campionato finisce terzultima e scende in B. Come il Torino di Ulivieri, che inizia nel 2002 il 7 luglio e, dopo una lunga stagione travagliata, finisce all’ultimo posto. L’anno dopo identica sorte è riservata al Perugia che parte il 19 luglio, vince l’Intertoto ma il campionato è un tormento e chiude con la retrocessione perdendo lo spareggio con la Fiorentina.
Non così pesante ma comunque negativo il cammino di formazioni più competitive: nel 2005 la Lazio di Delio Rossi comincia il 17 luglio, poi dopo il ciclone Calciopoli chiude il torneo al 16/o posto. Non troppo felice l’esperienza del Napoli di Mazzarri nel 2007 e nel 2008: via il 21 e il 20 luglio e torneo chiuso al nono e ottavo posto. La maledizione dell’inizio prematuro colpisce perfino la Juventus 2010, che comincia il 29 luglio ma Delneri viene esonerato il 21 maggio successivo e i bianconeri finiscono settimi e fuori dalle coppe.
Non va meglio nel 2012 all’Inter del dopo Mourinho, che parte col giovane Andrea Stramaccioni il 2 agosto: la stagione va avanti con alti e bassi, ma alla fine è un disastro, col nono posto che la esclude dalle coppe per la prima volta dopo 14 anni. Poi campionati anonimi e 13/o posto per l’Udinese 2013, 15/o posto per la Sampdoria 2015 e 12/o quest’anno per il Sassuolo. Insomma, anche un potenziale squadrone come il Milan dovrà dosare le forze per non ritrovarsi senza fiato a primavera.