Trump parla di politica agli Scout, sdegno dei genitori

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Trump parla di politica agli Scout, sdegno genitori
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WASHINGTON. – Per il presidente Donald Trump, si sa, evocare le sue gesta elettorali e politiche davanti alla folla è attività particolarmente gradita e immensamente gratificante. Ma ripetere slogan, argomenti e attacchi ad avversari nel tono per cui Trump è diventato riconoscibile ad una platea di 35mila ragazzi tra i 12 e i 18 anni potrebbe risultare un passo falso.

Almeno stando alle reazioni sdegnate e alle proteste, manifestate soprattutto sul web, di molti tra i genitori di esploratori e guide, i ‘Boy Scout’, riuniti a Beaver in West Virginia per il loro ‘Jamboree’, il megaraduno che si ripete ogni quattro anni, questa volta con il presidente degli Stati Uniti come ‘special guest’, ma dove è considerata buona regola evitare dibattiti politici polarizzanti.

Trump ha cominciato con puntualizzare che lui tra gli scout al Jamboree ci è venuto di persona, mentre il suo predecessore Barack Obama, pur essendo stato a suo volta uno scout, si era limitato ad un ‘video-intervento’ nel 2010. I ragazzi reagiscono con un boato, il presidente annuisce.

Poi uno dopo l’altro i suoi cavalli di battaglia. L’attacco ai media -“Fake News!”- e l’entità della folla: “Siete moltissimi. La stampa dirà che ci sono circa 200 persone. Mi sembra circa 45mila. Avete segnato un record oggi. Fake media, Feke media”. Ma anche l’attacco a Washington e la sua politica: è una ”fogna”, non una ”palude”. Ancora, la frustrazione per lo stallo su Obamacare e la minaccia ‘scherzosa’ verso il segretario della Sanità, Tom Price: ”Se non ottieni i voti” necessari per farne approvare l’abolizione ”sei licenziato”.

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