Francia: governo costretto a marcia indietro su Calais

Francia: governo costretto a marcia indietro su Calais
Francia: governo costretto a marcia indietro su Calais

PARIGI. – “No a trattamenti inumani e degradanti a Calais”: il pronunciamento del Consiglio di Stato obbliga il governo francese a rivedere il nuovo piano per la gestione dei migranti annunciato in gran cassa appena poche settimane fa. Dopo aver escluso l’apertura di nuovi centri di accoglienza nel nord del Paese, l’esecutivo deve rimangiarsi tutto.

Il ministro dell’Interno, Gérard Collomb, ha annunciato ieri l’imminente inaugurazione – “nei prossimi dieci giorni” di due nuovi siti a Trisvaux e Bailleul per una capacità totale di accoglienza di trecento posti. Un annuncio arrivato a poche ore dalla severa sentenza sulle condizioni di vita dei profughi che secondo i Saggi scontano “una carenza dell’autorità pubblica” che li espone “a trattamenti inumani o degradanti” nella zona dell’ex ‘Giungla’ di Calais.

Giovedì, lo stesso presidente Emmanuel Macron aveva chiesto di farla finita “entro la fine dell’anno” con gli individui erranti che pernottano “in strada o nei boschi”. Ma la spallata finale l’ha data l’alta giurisdizione di Parigi respingendo il ricorso presentato a inizio luglio dal Ministero dell’Interno e dal comune di Calais, contrari alla decisione del tribunale amministrativo, che aveva ordinato l’installazione di docce e bagni per i profughi della zona.

Una sentenza severa, quella dei giudici, secondo cui “i bisogni elementari dei migranti che si trovano a Calais rispetto all’igiene e all’alimentazione in acqua potabile resta chiaramente insufficiente e denota una carenza in grado di esporre questi individui a trattamenti inumani o degradanti”.

Quindi l’improvvisa retromarcia di Collomb, lo stesso che appena poche settimane fa, il 23 giugno consigliava agli operatori umanitari di Calais di andare ad “esercitare il loro savoir-faire altrove”. Oltre ai due nuovi centri di accoglienza da trecento posti, il ministro ha promesso entro settembre l’arrivo di un polo alimentare e moduli sanitari con docce nel sito di la Liniere.

Furiosa, la sindaca di Calais Natacha Bouchart, ha annunciato che non intende rispettare le ingiunzioni dei Saggi. In una nota, la prima cittadina tuona contro “un’ingiustizia per gli abitanti” perché pone le condizioni per ricreare una nuova ‘Giungla’. Il comune ha dieci giorni per rispettare la sentenza, altrimenti scatterà una multa di cento euro giornalieri.

Appena pochi giorni fa, Human Rights Watch bacchettava la Francia per gli abusi spesso gratuiti della polizia contro i migranti di Calais, tra cui l’uso di gas al peperoncino, incluso mentre dormono. Accuse respinte con forza dal prefetto di zona, Fabien Sudry, che ritiene le conclusioni dell’Ong internazionale “menzognere”, “calunniose” e “senza alcun fondamento”. Secondo gli ultimi dati a disposizione, circa 600 profughi sono presenti nella zona.

(di Paolo Levi/ANSA)

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