Da oggi consumiamo più di quanto la Terra può reintegrare

Da oggi consumiamo più di quanto la Terra può reintegrare
Da oggi consumiamo più di quanto la Terra può reintegrare

ROMA. – Da oggi, 2 agosto, l’umanità comincia a consumare risorse che la Terra non riesce più a reintegrare nel corso dell’anno: emette anidride carbonica che le foreste non possono più assorbire, taglia alberi che non riescono più a ricrescere, pesca pesci che non vengono più rimpiazzati da altri pesci. E’ l’Earth Overshoot Day, la “Giornata dell’andare oltre le risorse della Terra”.

La data la stabilisce tutti gli anni la ong americana Global Footprint Network, basandosi sulle statistiche delle Nazioni Unite. Dal 1971, l’Overshoot Day cade prima del 31 dicembre. Il che vuol dire che a quella data l’umanità ha consumato tutte le risorse naturali che possono essere reintegrate dalla Terra durante l’anno. Da quel momento, vengono consumate risorse che saranno reintegrate solo negli anni successivi.

In pratica, il genere umano comincia a vivere a credito sul futuro. Ogni anno l’Overshoot Day cade sempre prima. Nel 1971 era il 21 dicembre. Nel 1981 cadeva il 12 novembre, nel 1991 l’11 ottobre. Nel 2001 l’umanità aveva bruciato le risorse dell’anno già al 23 settembre.

Solo la crisi economica era riuscita ad invertire brevemente la tendenza: l’Overshoot Day nel 2007 era al 15 agosto, nel 2008 al 16, nel 2009 al 20. Poi però, con la ripresa dell’economia, il consumo era ripartito. L’anno scorso la Giornata cadeva il 3 agosto, quest’anno è arrivata al 2. In pratica, l’umanità ogni anno consuma le risorse di 1,7 pianeti.

La data dell’Overshoot Day è una media fra quelle dei paesi ricchi (più spreconi) e quelle dei paesi poveri. In Italia, la Giornata quest’anno è arrivata già il 19 maggio. Il Global Footprint Network propone una serie di misure per tagliare i consumi. La principale è decarbonizzare l’economia, che ritarderebbe l’Overshoot Day di 89 giorni. Poi favorire l’emancipazione femminile (30 giorni), eliminare gli sprechi di cibo (11 giorni) e ridurre gli spostamenti con auto private (10 giorni).

(di Stefano Secondino/ANSA)