Pyongyang minaccia gli Usa: “Vi daremo una dura lezione”

Un uomo osserva Kim Jong Un in tv. (ANSA/AP Photo/Ahn Young-joon)
Un uomo osserva Kim Jong Un in tv. (ANSA/AP Photo/Ahn Young-joon)

WASHINGTON. – “In nessuna circostanza” la Corea del Nord è disposta a rinunciare al suo programma nucleare: per il regime di Kim Jong-un non è un argomento negoziabile. Dopo essere stata colpita dalle sanzioni dell’Onu, è questa la risposta di Pyongyang, che rilancia e punta il dito dritto contro gli Stati Uniti, minacciando ritorsioni durissime: una vendetta “mille volte più grande”.

Il ministro degli Esteri, Ri Yong Ho, a Manila è stato chiarissimo nel sottolineare che la Corea del Nord “è pronta a dare agli Stati Uniti una severa lezione con la sua forza nucleare strategica”. Ed ha ulteriormente esteso il suo messaggio aggiungendo che Pyongyang non vuole usare le proprie armi nucleari contro alcun altro Paese “eccetto gli Usa”: a meno che qualcun altro non si unisca all’iniziativa americana. Perché la responsabilità della crisi nella penisola coreana è soltanto di Washington.

Il capo della diplomazia nordcoreana ha quindi parlato di “odioso complotto degli Usa per isolare e soffocare la Corea del Nord”, e ha ribadito come Pyongyang non metterà “in nessun caso” sul tavolo dei negoziati il suo arsenale nucleare. E lo ha detto in un intervento a Manila al forum dell’Asean, davanti ai rappresentanti di Usa e Cina che piu’ di altri in queste ore hanno fatto pressing per uno stop ai test nucleari e missilistici di Kim Jong-un.

La strada del negoziato, al momento, appare quindi evidentemente sbarrata, nonostante le ultime esortazioni di Rex Tillerson, il segretario di Stato Usa che resta risoluto e fermo ma non rinuncia a offrire la possibilità di un tono conciliatorio nella speranza di una trattativa. “Il miglior segnale che la Corea del Nord può dare per dimostrare che è pronta a negoziare con gli Stati Uniti è di interrompere i lanci missilistici”, ha detto Tillerson a Manila: “Sarebbe il primo e più forte segnale” da parte di Pyongyang, ha insistito.

Come a ricordare quanto rimarcato già nei giorni scorsi dettando una linea ben precisa, ovvero che gli Stati Uniti non perseguono un cambiamento di regime a Pyongyang e ripongono ancora speranza nella possibilità che la penisola coreana possa autonomamente denuclearizzarsi. Degli ultimi sviluppi il segretario di Stato Usa ha senza dubbio informato il presidente Donald Trump, con cui ha tenuto una telefonata lunga un’ora, anche sulla Corea del Nord.

Il commander in chief intanto ha confermato l’impegno diplomatico facendo fronte comune con la Corea del Sud, attraverso una dichiarazione congiunta con il presidente sudcoreano Moon Jae-in, seguita ad un colloqui telefonico tra i due, in cui si rimarca ancora che la “Corea del Nord rappresenta una crescente minaccia, seria e diretta, contro gli Stati Uniti, la Corea del Sud e il Giappone, così come contro gran parte dei Paesi nel mondo”.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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