Pyongyang ora fa paura, prodotta mini-testata nucleare

Pyongyang ora fa paura, prodotta mini-testata nucleare. EPA/Rodong Sinmun SOUTH KOREA OUT
Pyongyang ora fa paura, prodotta mini-testata nucleare. EPA/Rodong Sinmun SOUTH KOREA OUT

NEW YORK. – Ora Pyongyang fa davvero paura. Gli 007 del Pentagono infatti non hanno più dubbi: i nordcoreani sono riusciti a produrre con successo una testata nucleare ‘miniaturizzata’, una versione più compatta rispetto al passato in grado di essere montata sui missili dell’arsenale di Kim Jong-un. E il dittatore avrebbe già il controllo di molti ordigni atomici, fino a 60 per i servizi di intelligence americani. Finora troppo pesanti, ma adesso utilizzabili per produrre bombe più piccole.

Secondo gli esperti siamo dunque di fronte a un passaggio chiave del programma nucleare della Corea del Nord, sempre più vicina ad acquisire a pieno titolo lo status di potenza atomica. Una nuova fase destinata ad acuire le tensioni e che rischia di sfociare in un’escalation dagli sviluppi imprevedibili.

Con gli Stati Uniti che oramai si sentono nel mirino, minacciati dall’ipotesi non più remota di missili balistici intercontinentali a testata nucleare pronti a colpire quanto meno la costa ovest degli Usa, da Seattle a Los Angeles. Per non parlare dei timori di Giappone e Corea del Sud.

Il rapporto della Defense Intelligence Agency è datato 28 luglio e raggiunge in gran parte le stesse conclusioni di un rapporto del ministero della difesa giapponese, secondo cui il programma nucleare e missilistico nordcoreano è oramai entrato in uno stadio finale. Una realtà che spiegherebbe i toni durissimi usati da Pyongyang anche dopo il varo di nuove sanzioni da parte delle Nazioni Unite, stavolta votate anche dall’alleata Cina. Toni che al momento veicolano un messaggio inequivocabile: nessuna disponibilità a trattare sul programma nucleare.

Non è ancora chiaro se il regime di Kim abbia già sperimentato il nuovo formato delle testate atomiche. Ma se questo non è ancora avvenuto appare evidente che ormai è solo questione di tempo. E che rispetto a quanto previsto solo pochi mesi fa si è di fronte a un’accelerazione che non lascia più spazio ad indugi.

Con tutte le opzioni per contrastare i piani nucleari di Kim Jong-un che tornano sulla scrivania dello Studio Ovale. Compresa l’opzione militare che comprende l’attacco ai siti atomici con raid aerei, da tempo messa a punto dal Pentagono ma finora ritenuta troppo pericolosa.

Molto dipenderà dall’atteggiamento della Cina, fino ad oggi principale alleato e partner commerciale della Corea del Nord, ma oramai anch’essa spazientita dalle continue provocazioni del regime di Kim. Pechino si rende conto del pericolo rappresentato da Pyongyang per la stabilità dell’area e – come più volte auspicato dagli Usa – potrebbe davvero impegnarsi in un pressing sul regime nordcoreano molto più efficace del passato.

Intanto giunge la notizia che le forze armate nrdcoreane – come mostrato dalle immagini satellitari – hanno caricato almeno due missili anti-nave su un vascello di pattugliamento, il primo episodio del genere dal 2014. L’ennesima provocazione.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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