L’industria riparte con l’auto, ma i livelli pre-crisi ancora lontani

(AP Photo/dapd, David Hecker, File)
(AP Photo/dapd, David Hecker, File)

MILANO. – La crisi non è stata ancora superata dall’industria italiana, il cui fatturato è sceso del 2% nel 2016 per il quarto anno consecutivo. Un calo che senza l’auto sarebbe stato ancora più rotondo e su cui ha pesato la difficile congiuntura dell’industria energetica. Lo rivela la tradizionale ricerca sui ‘Dati cumulativi di 2.065 imprese italiane’ presentata dall’Area Studi di Mediobanca, che la aggiorna dal lontano 1961.

Ma anche il Financial Times certifica che le ferite della crisi finanziaria non sono ancora rimarginate. In una analisi dedicata alla crisi scoppiata con i mutui subprime, sottolinea come l’Italia, assieme alla Grecia e al Portogallo, sia tra i pochi Paesi a non essere tornati ai livelli del 2007.

“Ci sono voluti diversi anni perché le maggiori economie recuperassero”, con Usa e Germania che sono tornati ai livelli pre-crisi nel 2011, ma “quelli intrappolati nella crisi dell’Eurozona sono stati più lenti nel recupero”. Fra questi, appunto, il Portogallo, con un Pil inferiore del 2,4% rispetto al 2007, l’Italia (-6,2%) e soprattutto la Grecia (-24,8%).

Il nostro Paese segna una performance negativa anche sul fronte del mercato azionario, ancora ‘sotto’ del 45,2% rispetto al 2007. Quanto a Mediobanca – che ha analizzato società che rappresentano il 51% del fatturato industriale, il 50% di quello manifatturiero, il 35% dei trasporti e il 37% della grande distribuzione – lo studio rivela che a frenare quest’anno sono stati il comparto petrolifero (-19,5%) e dell’energia (-7,1%), mentre sono salite le vendite delle imprese manifatturiere (+1,9%) per il terzo anno consecutivo.

Le grandi imprese sono cresciute del 4,4% e quelle medie dell’1,3%. Per le prime è stato il quarto rialzo in 4 anni, mentre le seconde non hanno mai perso ricavi in 7 anni. In particolare, secondo l’Area Studi di Mediobanca, il comparto auto è cresciuto del 9,5% e, senza l’apporto delle attività italiane di Fca, si sarebbe limitato al +2,2%.

Bene anche le tv, cresciute del 58% grazie al canone in bolletta per la Rai, segno meno invece per gli elettrodomestici (-8,1%), in virtù della concorrenza estera e dei tagli alla produzione italiana. In ripresa gli investimenti, saliti del 4,9% tra le imprese private e del 7,3% tra quelle manifatturiere, che hanno raggiunto il massimo dal 2010, mentre restano ancora indietro il terziario (-13,4%) e, soprattutto, il pubblico (-26,9%). Le note dolenti vengono rispetto ai livelli pre-crisi del 2008: il fatturato è ancora sotto del 6,4%, soprattutto per le imprese pubbliche (-17,8%), anche se terziario (+2,8%) e manifattura (+0,8%) hanno fatto meglio grazie anche all’apporto delle medie imprese (+6,7%).

Inferiori del 15,9%, poi, i margini operativi rispetto al 2007. In questo caso pubblico (-15,1%) e privato (-16,2%) si sono sfidati a chi ha fatto peggio e la manifattura (-7,5%) è andata un po’ meglio. Si salvano solo le medie imprese, il cui Mol è cresciuto in 10 anni del 9,5%. Mediobanca punta poi il dito sugli investimenti, in calo del 25,8% rispetto al 2007, con un’influenza negativa del 13,4% sulla competitività delle aziende ed un invecchiamento degli impianti del 43%.

(di Paolo Verdura/ANSA)

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