Le imprese tornano a cercare personale, come non accadeva da anni

Un ragazzo davanti a una agenzia interinale. Confindustria
Un ragazzo davanti a una agenzia interinale, in una foto d'archivio. ANSA / FRANCO SILVI
Un ragazzo davanti a una agenzia interinale, in una foto del 31 maggio 2010 ANSA / FRANCO SILVI

ROMA. – Le imprese tornano a cercare personale, come non accadeva da anni. Il numero dei posti di lavoro “vacanti”, per cui si invita a candidarsi, è infatti in crescita e il tasso misurato dall’Istat indica per il secondo trimestre un record: il dato più alto da quando è iniziata la serie, ovvero dal 2010. L’indice è molto considerato tra gli economisti perché in grado di anticipare le tendenze future del mercato del lavoro.

E se si aprono nuove posizioni, se le aziende sono interessate a reclutare, significa che l’economia ha ricominciato a tirare. Anzi che alle imprese non basta rientrare dalla cassa integrazione o aumentare il monte ore con straordinari ma servono nuove leve. Certo in un Paese come l’Italia spesso si è parlato del mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro, di mestieri ‘introvabili’. Non a caso spesso ci si interroga su quali davvero siano le competenze più richieste.

Una prima risposta arriva dall’Istat, che registra nei servizi il più alto tasso di posti vacanti, per i quali il datore di lavoro cerca “attivamente un candidato adatto al di fuori dell’impresa interessata e sia – spiega l’Istituto – disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo”.

Se la media, stimata dall’Istat, è pari allo 0,9%, in rialzo di 0,1 punti sul primo trimestre, nel comparto dei servizi raggiunge l’1% mentre in quello dell’industria resta allo 0,7%. Nel settore servizi rientrano diverse attività, tra cui anche il commercio, la ristorazione, il turismo.

Volendo far corrispondere al tasso un numero assoluto, traducendo la percentuale nelle ‘teste’, si potrebbe indicare, in modo approssimativo, una forbice che va dagli 80 ai 90 mila posti vacanti. Tuttavia, bisogna precisare, che l’Istat non fornisce la cifra, ritenendo valida solo la quota.

Tornando al tasso, rispetto ai minimi, toccati nel corso del 2013, durante il periodo più buio per il lavoro, si rileva praticamente un raddoppio. E questo fa ben sperare, visto che, rimarca lo stesso Istat, i dati sui posti vacanti “possono dare segnali anticipatori sull’andamento del numero di posizioni lavorative occupate nel prossimo futuro”.

Non a caso l’indagine fa parte di quelle di riferimento in ambito europeo. Tra i posti vacanti c’è la posizione che si libera perché chi la ricopriva va in pensione o cambia lavoro, ma c’è anche nuova occupazione, quella che viene creata per far fronte a una domanda che torna a salire. Ovviamente non sappiamo quanto tempo la ricerca porterà via, quante settimane o mesi passeranno affinché si concretizzi il tutto (magari è prevista una selezione a tappe) ma la direzione è chiara.

Come è andata a giugno già si sa, l’occupazione è aumentata e i senza lavoro sono scesi. Ora gli occhi sono puntati a luglio ma l’ottimismo non manca. Nell’ultima nota dell’Istat sull’andamento dell’economia si parla infatti di “attese” con “un orientamento positivo”.

(di Marianna Berti/ANSA)

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