Governo vede crescita, possibili risorse per il taglio del cuneo

Un'operaio metalmeccanico al lavoro in un'immagine d'archivio.
Un'operaio metalmeccanico al lavoro in un'immagine d'archivio. GIORGIO BENVENUTI-ARCHIVIO / ANSA / DC

ROMA. – Il governo vede ‘rosa’ e forte dei dati di una crescita sempre più solida potrebbe rivedere in deciso rialzo le stime del Pil, fino a un “1,3-1,4%”. A dare come “plausibili” queste cifre è il viceministro dell’Economia Enrico Morando, spiegando a Skytg24 Economia che “il prodotto sta crescendo più di quanto previsto in primavera” e che questo consentirà di affrontare a ottobre “una manovra un po’ meno impegnativa” di quanto si prefigurava a inizio anno.

Ad aiutare, ricorda Morando, c’è la manovrina di aprile, che ha consentito di avviare la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, oltre ai nuovi target già concordati con la Ue che permetteranno una correzione del deficit strutturale dello 0,3% anziché dello 0,6%. Una maggiore vivacità dell’economia non porterà “nessun tesoretto, questo termine porta male” scherza però il viceministro, precisando di “non essere ancora in grado di dire” di quanto saranno migliori i conti nazionali.

Per le nuove previsioni del governo bisognerà attendere la fine di settembre, con la nota di aggiornamento al Def, ma un primo indicatore si avrà già dopo Ferragosto quando l’Istat diffonderà la stima preliminare sull’andamento del secondo trimestre. A questo punto però lo spazio c’è tutto per tratteggiare con la prossima legge di Bilancio un “intervento strutturale” per ridurre il costo del lavoro per i giovani, con una misura che sarà ‘portabile’ cioè legata a chi ne usufruisce.

Morando conferma così le ipotesi circolate nelle ultime settimane su cui si stanno concentrando le simulazioni dei tecnici: “Si può fare un intervento strutturale con un taglio del 50% (dei contributi) per i primi 2-3 anni – ha spiegato Morando – dopo una riduzione strutturale in capo al lavoratore di 3, 4 4 punti e mezzo con piena portabilità in capo al lavoratore”.

La misura, ha puntualizzato non sarà infatti “a favore delle imprese ma un vantaggio per il lavoratore giovane” e avrà a disposizione “risorse che forse non saranno così poche”. Porta sbarrata, invece, per un eventuale intervento sugli adeguamenti automatici dell’età della pensione all’aspettativa di vita.

“Se si blocca il processo di adeguamento le pensioni si riducono. Col calcolo contributivo se si va in pensione prima si riceve una pensione minore”. Ogni intervento sulla previdenza, poi, “ha un costo” elevato, meglio quindi concentrare le risorse su altri obiettivi” come il sostegno al lavoro dei giovani.

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