Luna: “La proposta di Maduro non merita d’essere presa in considerazione”

 

 

LIMA.- Nessun incontro tra capi di Stato. L’iniziativa del presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, è stata immediatamente cestinata perché non suggerita con chiarezza, senza un tema preciso, senza indicare chi saranno i capi di Stato invitati, senza spiegare la ragione di fondo. Il ministro degli Esteri del Perù, Ricardo Luna, è stato chiaro nel sottolineare che il capo dello Stato ha suggerito un incontro continentale “in nome dei Paesi dell’Alba e di altri” che non si sa con precisione quali siano. Quindi ha detto tranchant:

– La proposta non merita neanche di essere presa in considerazione.

In quanto al ritiro definitivo dell’Ambasciatore del Perù in Venezuela, il ministro Luna ha assicurato che “la decisione sarà presa al momento opportuno”.

E mentre pare che la proposta del presidente Maduro sia archiviata, almeno per il momento; Luis Almagro, Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani, continua con la sua crociata in difesa della democrazia in Venezuela che, a suo giudizio, è minacciata dalla vocazione autoritaria del presidente Maduro. Ha assicurato che ha “prove sufficienti” che dimostrano che il capo dello Stato “ha commesso e commette ancora crimini di lesa umanità in Venezuela” e ha annunciato che promuoverà una denuncia al Tribunale Penale Internazionale (Tpi).

Almagro, in Costa Rica dove ha partecipato alla “Jornada Centroamericana de Reflexión” organizzata dalla “Fundación para la Paz y la Democracia” per commemorare il 30 anni degli accordi di pace in centroamerica, ha sostenuto che il Venezuela ha bisogno di una pace basata nel rispetto dei diritti umani.

– E’ necessario un cronogramma che permetta al paese di avere un governo legittimo – ha commentato il Segretario Generale dell’Osa -; un cronogramma che permetta di riscattare i poteri pubblici e dotarli di autonomia e che assicuri la libertà dei prigionieri politici.

Dal canto suo, il governo del presidente Maduro non vuole sapere niente delle accuse mossegli. Il capo dello Stato, ogni qualvolta gli si presenta l’occasione, insiste nell’affermare che l’ex ministro degli Esteri uruguayano è in realtà un agente della Cia, pagato per danneggiare la sua immagine. Lo ha ripetuto, ad esempio, nel suo lungo discorso davanti all’Assemblea Costituente. Il presidente Maduro, una volta ancora, ha detto di essere vittima di attacchi da ogni direzione: l’opposizione che promuove “violenza fascista”, i paesi della regione, che “vogliono imporci un blocco”, gli Usa, che finanziano “terroristi paramilitari” e la “borghesia parassitaria”, alla quale attribuisce ogni responsabilità dell’acuta crisi economica del paese. E’ proprio contro questi avversari che il capo dello Stato ha lanciato la sua sfida. Ha detto che questi presidenti che lo criticano tanto aspramente li vuole vedere “faccia a faccia” in un vertice continentale. Ma sarà poco probabile che ciò accada perché già il ministro degli Esteri del Perù, Ricardo Luna, ha già detto che si tratta di una proposta “che non merita neanche essere di presa in considerazione”.

 

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