Algoritmi ‘tuttofare’, leggono anche il sarcasmo nei tweet

(ANSA) – ROMA, 14 AGO – Un algoritmo al giorno leva il medico di torno. Si potrebbe parafrasare un antico detto per spiegare l’impiego sempre più massiccio dell’intelligenza artificiale nelle nostre vite, diventato quasi invasivo. Dopo i software che leggono i segni di depressione sui social network, ora c’è anche l’algoritmo in grado di capire quando un post ha un tono “sarcastico”, analizzando l’utilizzo delle emoji nel testo. E’ stato messo a punto da un gruppo di ricerca del Mit di Boston: si chiama ‘DeepMoji’, viene definito ‘Artificial emotional intelligence’ e ha analizzato più di un miliardo di tweet. “Algoritmo è una parola antica, vecchia di millenni. L’algoritmo euclideo sulla ricerca del massimo comune divisore risale a secoli prima di Cristo, eppure è ancora utilissimo in tante applicazioni”, spiega all’ANSA Carlo Toffalori, docente di Logica matematica all’Università di Camerino. “Credo che la ricerca di meccanismi e procedure che possa aiutare l’essere umano nei vari problemi dell’esistenza non sia di per sé negativa, e anzi sia innata”, sottolinea l’esperto aggiungendo però che “negli ultimi anni lo sviluppo della comunicazione e la nascita dei calcolatori hanno raffinato e aumentato radicalmente l’impiego di queste procedure, che tendono effettivamente a farsi invasive”. (ANSA).