Argentina: elezioni, il doppio paradosso di Carlos Menem

Carlos Menem in una foto d'archivio.
Carlos Menem in una foto d'archivio.
Carlos Menem

BUENOS AIRES. – Doppio paradosso nelle elezioni primarie svoltesi a La Rioja, provincia del Nord-est dell’Argentina. L’ex presidente Carlos Menem le ha stravinte, con il 43% dei voti – quasi 10 punti di più di quelli ottenuti a Buenos Aires dal suo successore, Cristina Fernandez de Kirchner -, ma forse non potrà presentarsi alle politiche di ottobre, perché la sua candidatura è stata bloccata dalla giustizia, giacché è stato condannato a un totale di 10 anni di carcere in due processi diversi.

Menem – che ha 87 anni ed è stato presidente dal 1989 al 1999 – si è presentato come candidato per il suo terzo mandato consecutivo al Senato, e ha battuto il suo rivale di Cambiemos (la coalizione che appoggia il governo di Mauricio Macri) per quasi 11 punti. Kirchner, la sua eterna rivale nel peronismo, ha solo ottenuto, invece, un pareggio a Buenos Aires.

Il problema, però, è che lo scorso 7 agosto la giustizia elettorale ha dichiarato che la sua candidatura è inammissibile, giacché è stato condannato a 7 anni di carcere per vendita illegale di armi a Croazia ed Ecuador e altri 4 per peculato, una pena che prevede anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Secondo la stampa argentina, la Corte Suprema dovrebbe decidere nei primi giorni di settembre su un ricorso presentato dagli avvocati dell’ex presidente. Se Menem non potesse presentarsi alle elezioni di ottobre perderebbe dunque l’immunità parlamentare, e le pene di carcere che gli sono state inflitte diventerebbero effettive.

E così il leader peronista che durante l’era Kirchner è diventato l’odiato simbolo del neoliberalismo potrebbe finire esiliato dalla politica e forse anche dietro le sbarre, nel momento stesso in cui assapora una rivincita nelle urne contro la sua arcinemica, Cristina Fernandez de Kirchner.