Trump cede e condanna deciso i razzisti: “Ripugnanti”

Auto travolge manifestanti a Charlottesville, Va., Sabato, 12 agosto, 2017. (Ryan M. Kelly/The Daily Progress via AP)
Auto travolge manifestanti a Charlottesville, Va., Sabato, 12 agosto, 2017. (Ryan M. Kelly/The Daily Progress via AP)

NEW YORK. – “Il razzismo è il male”: a due giorni dai fatti gravissimi di Charlottesville, in Virginia, Donald Trump finalmente chiama le cose con il loro nome. E definisce “ripugnanti” i gruppi che portano avanti una ideologia di odio, come il Ku Klux Klan, i bianchi suprematisti o i neonazisti: stavolta tutti citati esplicitamente dal presidente americano, che per la seconda volta parla della vicenda al Paese in diretta tv.

Una dichiarazione, quella di Trump, che arriva dopo 48 ore di fuoco, in cui la pressione sul Commander in Chief è stata enorme. “Sono i peggiori giorni della sua presidenza”, afferma qualcuno. Tutti contro di lui, perché quasi nessuno in America – anche moltissimi dei suoi elettori – gli ha perdonato il non aver condannato espressamente i gruppi del nazionalismo bianco e di estrema destra subito dopo gli incidenti. Nei quali è morta anche una giovane manifestante anti-razzista, investita volontariamente con l’automobile dal ventenne James Fields, vicino a gruppi neonazi.

Ma la polemica è lungi dall’affievolirsi. Perché per molti la condanna del presidente è arrivata troppo tardi. Lasciando più di un’ombra su cosa realmente Trump pensi a proposito delle posizioni dell’estrema destra americana. Tanto che diversi osservatori si chiedono se il tycoon abbia aggiustato il tiro per sua propria volontà, o piuttosto perché ‘costretto’ da parte dei suoi consiglieri e dal partito repubblicano. E soprattutto dalla bufera provocata che rischia di travolgerlo.

“L’attacco di Charlottesville è stato “orribile”, ha detto Trump, promettendo che “sarà fatta giustizia” contro chi ha provocato una violenza dettata dall’odio e dall’intolleranza. Poco prima alla Casa Bianca – dove è tornato interrompendo le sue ‘vacanze di lavoro’ a Bedminster, in New Jersey – aveva incontrato il direttore dell’Fbi, Chris Wray, per un aggiornamento sulle indagini, e il ministro della giustizia, Jeff Sessions, che ha aperto un inchiesta per violazione dei diritti civili.

I retroscena dei media parlano di un presidente a momenti furioso per il polverone degli ultimi giorni e a momenti profondamente frustrato. La lettura dei giornali non aiuta. L’autorevole Financial Times parla di “vuoto alla Casa Bianca”, un vuoto “che va riempito”. E anche Corporate America si schiera contro l’atteggiamento ‘equivoco’ e tentennante di Trump nel condannare i gruppi dell’estremismo nazionalista.

Troppo per chiunque. Il numero uno del colosso farmaceutico Merck, l’afroamericano Ken Frazier, con un gesto clamoroso ha deciso di lasciare il comitato degli industriali che alla Casa Bianca supporta il presidente nella messa a punto delle sue politiche economiche. E presto potrebbe essere seguito da altri.

Col Washington Post che lancia un appello a tutti gli uomini di Wall Street o della Silicon Valley che hanno un ruolo di consiglieri per la Casa Bianca a mollare. “Dobbiamo respingere l’odio e l’intolleranza”, ha affermato Frazier: “Sento la responsabilità di schierarmi contro l’intolleranza e l’estremismo”.

La risposta di Trump su Twitter non aiuta a rasserenare il clima: : “Ora Frazier avrà più tempo per ridurre i prezzi dei medicinali, che sono un furto”. Ma intanto anche Goldan Sachs prende posizione: “Bisogna isolare coloro che cercano di dividerci”, afferma l’amministratore delegato Lloyd Blankfein.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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