Ex M5s: “Dopo gli attacchi hacker a rischio il voto per il candidato premier”

Bucato blog Beppe Grillo

ROMA. – E’ “difficile che le prossime votazioni, come quella per il candidato premier, si svolgano tramite Rousseau: forse si potrà trovare un’alternativa più tradizionale, ma a quel punto sarà chiaro che il ruolo di Davide, di Casaleggio Associati e di Rousseau sarà già superato”. Lo scrivono gli ex M5s Marco Canestrari e Nicola Biondo nel nuovo capitolo del libro-inchiesta “Supernova” sul M5s intitolato “Il Re è nudo (e non è un belvedere)”.

Per i due autori dopo gli attacchi hacker a Rousseau anche “i parlamentari sono di fatto illegittimi”. “I leak hanno dimostrato che la piattaforma e il blog di Grillo sono vulnerabili da almeno dieci anni” e quindi che “tutto ciò che ha coinvolto la piattaforma incluse le votazioni per la selezione dei candidati per le politiche, è da considerarsi nullo. Non c’è un livello di sicurezza tale” da escludere che siano stati manipolati dall’interno o dall’esterno”. Può, si chiedono Canestrari e Biondo, il garante Grillo garantire che “Blog e Rousseau siano stati sviluppati e amministrati a norma di legge?”.

Per Biondo e Canestrari le “manchevolezze dei gestori della piattaforma sono talmente gravi ed estese che possiamo aspettarci altri episodi, ma anche già trarre alcune conseguenze politiche e aziendali che potrebbero avere pure rilievo penale” e la prima è che “Rousseau è definitivamente inaffidabile”. La seconda che la piattaforma è un’associazione solo di “facciata”.

“Ci sono contratti che regolano i rapporti tra Casaleggio Associati e l’Associazione Rousseau, oppure vengono impiegate risorse aziendali per un progetto esterno in capo al socio di maggioranza dell’azienda?” si chiedono infatti i due autori. Inoltre, “il Movimento non è proprietario dei suoi strumenti tecnologici. Davide Casaleggio ha dichiarato che la piattaforma inizialmente sviluppata da Casaleggio Associati è stata donata al Movimento. Questo è falso. E’ stata donata all’Associazione”.

“Davide Casaleggio è il dominus” è invece il titolo di un paragrafo in cui i due ex M5s affrontano sempre la questione della gestione della piattaforma: “In altra epoca si sarebbe parlato di ‘palese conflitto di interessi'”. Intanto però “la credibilità di Davide Casaleggio è al minimo”, “le manchevolezze tecniche sono talmente grossolane che questo episodio avrà delle conseguenze. Ci sono alte probabilità che vengano individuati profili penali relativamente alla mancata protezione dei dati degli utenti. L’immagine della piattaforma è ormai irrimediabilmente compromessa: è chiaro a tutti, soprattutto ai parlamentari del Movimento anche se mentono e negano, che Rousseau non è sicuro, è facilmente manipolabile e i tecnici che l’hanno sviluppata e gestita non hanno le necessarie competenze per amministrare tale progetto”.

Inoltre, se Gianroberto Casaleggio era ideologo e fondatore del Movimento “Davide non ha altri titoli che essere il figlio di Gianroberto, senza peraltro averne l’acume e la passione politica. Senza regole precise che definiscano il suo ruolo, la sua posizione era giustificata solo dalla sua autorevolezza riflessa, ormai perduta agli occhi dei parlamentari. In azienda, già non godeva di ottima fama; è probabile che gli stessi problemi di sicurezza si riscontrino nei progetti di altri clienti dell’azienda: si potrebbe presto aprire anche questo fronte, che minerebbe anche la sua figura di manager”.

Ciò provoca “un potenziale danno anche in prospettiva elettorale, visto che il rischio è perdere la stima del mondo delle imprese che, a fatica, Davide stava cercando di convincere della bontà del progetto M5s. Peraltro – concludono – è difficile che le prossime votazioni, come quella per il candidato premier, si svolgano tramite Rousseau: forse si potrà trovare un’alternativa più tradizionale, ma a quel punto sarà chiaro che il ruolo di Davide, di Casaleggio Associati e di Rousseau sarà già superato”.

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