Dalla spinta del Pil manovra più leggera, obiettivo giovani

Un ragazzo davanti a una agenzia interinale ANSA/ FRANCO SILVI
Un ragazzo davanti a una agenzia interinale
ANSA/ FRANCO SILVI

ROMA. – Giovani, investimenti e lotta alla povertà. Nel giorno dell’esultanza per il Pil che finalmente viaggia a un ritmo più sostenuto del previsto, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan mantiene i piedi per terra, già orientato verso gli impegni che attendono il governo in autunno. Nell’ultimo scorcio di legislatura l’esecutivo sarà chiamato a mettere a punto una legge di bilancio che, assicura il titolare di via XX Settembre, rappresenterà un “nuovo passo importante per la crescita” ma, è il monito, senza abbandonare la via del risanamento dei conti.

Certo, la spinta che può arrivare dal Pil, se le stime saranno riviste al rialzo all’1,3-1,4% dall’1,1% con conseguente impatto anche sul rapporto deficit/Pil, consentirà anche di ‘alleggerire’ il peso per la manovra, che al momento parte da 12 miliardi da reperire per sterilizzare del tutto gli aumenti di Iva e accise e rispettare l’impegno concordato con Bruxelles di uno sforzo di riduzione del deficit strutturale dello 0,3% (circa 5 miliardi), la metà di quanto detterebbero le regole europee e molto meno di quanto indicato al momento nel Documento di Economia e Finanza (lo 0,8%).

Già lo sconto di circa 10 miliardi chiesto in Europa, insomma, aveva facilitato il cammino dell’esecutivo, forte anche dell’effetto strutturale della manovrina di aprile che già aveva ridotto di quasi 4 miliardi il peso delle clausole di salvaguardia. Il ‘conto’ della manovra sale però rapidamente a 15-20 miliardi tenendo conto degli altri impegni che il governo ha già preso, più o meno formalmente, in testa quello per l’occupazione giovanile:

“Per i giovani non si è fatto abbastanza” ammette Padoan, confermando ancora una volta l’intenzione di mettere in campo “misure specifiche per favorire l’inizio di un percorso lavorativo”. L’ipotesi più accreditata sul tavolo è quella di un intervento in due mosse: prima di tutto uno sconto del 50% sui contributi per i primi due anni ai neoassunti. L’asticella dell’età va dagli under 29 agli under 35, anche se prende piede la proposta di mediazione avanzata dal viceministro Morando di fissarla a 32 anni.

In seconda battuta questa riedizione della decontribuzione, stabile e non più transitoria, sarebbe accompagnata da un’altra misura strutturale, cioè il taglio di 4 punti dei contributi per il giovane lavoratore assunto con contratto stabile (2 per il lavoratore, 2 per l’impresa). Costo dell’intera operazione da un minimo di 900 milioni a un massimo di 2 miliardi, ma crescente nel tempo.

Con la legge di bilancio andranno poi reperite le risorse necessarie al rinnovo del contratto degli statali, che ha bisogno ancora di almeno 1,2 miliardi per garantire gli 85 euro medi di aumento, oltre a circa 3 miliardi per finanziare le cosiddette ‘spese indifferibili’ (come le missioni all’estero).

Andranno rifinanziati, come ha indicato lo stesso Padoan, anche gli incentivi agli investimenti privati, e in pole in questo caso c’è il l’iper ammortamento al 250% mentre andrà rafforzata la dote per il reddito di inclusione, anche questo citato tra le priorità dal ministro, con almeno 1,5 miliardi.