Le riforme del M5s: voto ai 16enni, vincolo di mandato, referendum

I deputati del Movimento 5 Stelle esibiscono cartelli in difesa della Costituzione
I deputati del Movimento 5 Stelle esibiscono cartelli in difesa della Costituzione

ROMA. – Diritto di voto a 16 anni, introduzione del vincolo di mandato e rafforzamento della consultazione popolare tramite il referendum. Una serie di punti che sommati ad un elenco di altre proposte compongono il programma delle riforme costituzionali del Movimento Cinque Stelle pubblicato sul blog di Beppe Grillo e sottoposto, come ormai è consuetudine, al voto degli iscritti.

E’ ancora una volta dunque il blog del leader pentastellato lo strumento che il Movimento sceglie di usare per consultare la base. Nonostante gli attacchi hacker e le polemiche legate alla sua vulnerabilità, per i vertici del M5s, il blog (e più in generale il web) resta il mezzo chiave con cui consultare i militanti.

Un metodo su cui invita a riflettere Luigi Zanda. In un’intervista al Foglio il capogruppo del Pd al Senato lancia un allarme contro la “democrazia dei clic che è il contrario di quella parlamentare. Il clic di 100 o 200 cittadini non rappresenta la democrazia”, avverte. Non la pensano così i big pentastellati che nella premessa al programma delle riforme indicano quale sia a loro giudizio, lo “scopo” della Costituzione: “la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e alle sue decisioni essenziali”.

Il primo delle proposte targate M5s riguarda la riduzione del numero dei parlamentari e la loro indennità, ma non solo. Tra le i punti c’è anche “la modifica dell’immunità penale dei parlamentari, che deve essere limitata alle opinioni e ai voti espressi nell’esercizio delle funzioni”. Torna sulla scena anche l’abolizione del Cnel.

Il ‘cuore’ della riforma però riguarda il rafforzamento della democrazia diretta ed in particolare l’ampliamento dello strumento referendario. I grillini propongono: “La cancellazione del quorum costitutivo che è diventato solo uno strumento usato dai partiti per invalidare il risultato e l’introduzione del referendum propositivo”. Altro ‘cavallo di battaglia’ riguarda l’introduzione del vincolo di mandato per impedire – si legge nel programma – il trasformismo e la nascita in Parlamento di partiti mai votati da nessuno.

Corposo anche il capitolo che riguarda la pubblica amministrazione. Oltre alla semplificazione dei processi amministrativi e alla possibilità per i cittadini di valutare le “performance” di chi lavora nella P.A, la novità più evidente riguarda l’introduzione “in Costituzione di una vera e propria cittadinanza digitale per nascita”. In pratica si tratterebbe di “un’identità, anche online, riconosciuta dallo Stato, necessaria non solo per assicurare a tutti i cittadini quello che oggi è un nuovo diritto fondamentale, cioè il diritto di accesso alla rete, ma anche per semplificare il rapporto con la Pubblica amministrazione”.

Il Movimento propone poi di togliere dalla Costituzione il pareggio di bilancio e di introdurre invece “l’obbligo di consultare i cittadini per autorizzare qualsiasi cessione della sovranità popolare ad enti sovranazionali”.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)