Gentiloni: “Minaccia Isis anche su Italia, ma non cederemo”

Il premier Paolo Gentiloni al meeting di Comunione e Liberazione. ANSA/ FABRIZIO PETRANGELI
Il premier Paolo Gentiloni al meeting di Comunione e Liberazione. ANSA/ FABRIZIO PETRANGELI

RIMINI. – L’Isis è stato sconfitto, ma nessun Paese, “neanche l’Italia”, può sentirsi al riparo dalla minaccia dei terroristi di matrice islamica. Al Meeting di Rimini, sua prima uscita dopo qualche giorno di ferie, Paolo Gentiloni invita a non abbassare la guardia e a stringersi attorno a chi ogni giorno e a tutti i livelli lavora per garantire al Paese quella sicurezza che consenta di non rinunciare alla nostra libertà ed al nostro modo di vivere. Poi promette una legge di Bilancio con incentivi stabili per la crescita ed i giovani che consenta una chiusura “ordinata” della legislatura.

Davanti ad oltre seimila militanti di Comunione e liberazione, il movimento ecclesiale fondato da don Giussani, che gli ha affidato l’apertura del 38/mo Meeting dell’Amicizia tra i popoli, il presidente del Consiglio rinnova la solidarietà da lui già manifestata, a Barcellona, “città splendida e amica”, “straziata” dal recente attacco terroristico. E ribadisce che sebbene Daesh “ha perso la sua partita fondamentale, quella di far diventare uno Stato la propria presenza terroristica”, “la sua minaccia continua e riguarda tutti”. Anche l’Italia, malgrado il premier sostenga di non credere “alla propaganda di alcuni siti islamici”.

A Rimini Gentiloni sceglie il linguaggio della chiarezza, e della concretezza. Non cerca l’applauso della platea, che pure arriva in segno di apprezzamento per l’atteggiamento scelto dal premier che piace a un gruppo il quale, sottolinea una dirigente, guarda alla politica con rispetto ed è alla ricerca di punti di riferimento in vista delle prossime elezioni.

E tiene il punto sui temi caldi, dall’immigrazione allo ius soli passando per le misure per la crescita concentrate soprattutto sui giovani (“con incentivi permanenti, stabili”), che caratterizzeranno i mesi da qui fino alla fine della legislatura, e rispetto a cui “la prossima legge di Bilancio sarà un passaggio chiave. Concluderla “in modo ordinato”, sottolinea, “è il compito che mi pongo e sul quale impegnerò tutto il governo”.

Restano, poi, i ‘temi caldi’, che caratterizzeranno la ripresa dopo la pausa estiva, su cui Gentiloni non molla. A partire dallo ius soli: “Il Governo non deve avere paura di riconoscere diritti e di chiedere rispetto dei doveri anche a chi in Italia è nato e studia nelle nostre scuole”, puntualizza. E poi, l’immigrazione: un fenomeno con cui “bisognerà fare i conti a lungo” e rispetto al quale, aggiunge, “chi semina odio e facili illusioni non farà un buon raccolto in un contesto di lunga durata”.

Sia chiaro poi che “il Governo italiano non accetta lezioni da nessuno in campo umanitario. Ha fatto bene Juncker a dire che l’Italia ha salvato l’onore dell’Ue, ma questo stesso Governo è anche quello che promuove le regole attraverso il codice di condotta delle Ong e contribuisce alla stabilizzazione della Libia. Si incominciano a intravedere risultati”.

Ma bisogna pensare al dopo rispetto all’approccio ad un fenomeno come quello delle migrazioni di cui, ricorda il premier, parlava persino Seneca: l’unica strada percorribile per Gentiloni è un multilateralismo che consenta al Mediterraneo ed all’Africa quello sviluppo auspicato da Paolo VI nella ‘Populorun Progressio’.

(dell’inviato Francesco Bongarrà/ANSA)