La svolta di Trump sull’Afghanistan, aumenta le truppe

La svolta di Trump sull'Afghanistan, aumenta le truppe
La svolta di Trump sull’Afghanistan, aumenta le truppe

WASHINGTON. – Svolta di Donald Trump sull’Afghanistan: dopo aver criticato da candidato una guerra che dura da 16 anni, il presidente si avvia ad annunciare un aumento di truppe in Afghanistan, almeno 4.000 soldati in aggiunta agli 8.400 attuali. La Casa Bianca mantiene la consegna del silenzio ma i media Usa hanno raccolto le prime indiscrezioni. Se confermate, il tycoon abbraccerebbe così le proposte dei suoi generali, aumentando il coinvolgimento Usa nella regione e segnalando un approccio più tradizionale alla politica estera di quello promesso in campagna elettorale, quando prevaleva la linea isolazionista dell’ormai ex capo stratega Steve Bannon.

Una mossa maturata dopo mesi di dibattito e scontri in seno all’amministrazione, dove lo stesso Trump era scettico sulla possibilità di una vittoria in Afghanistan e si chiedeva “perché siamo stati lì 17 anni”, dopo l’11 settembre. Nel 2013, quando già accarezzava l’idea di candidarsi, aveva twittato che “dovremmo fare un ritiro rapido”, domandandosi “perché dobbiamo continuare a sprecare i nostri soldi”.

Bannon lo aveva ammonito che aumentare l’impegno Usa in Afghanistan avrebbe avuto solo conseguenze negative. Ma alla fine è prevalsa la linea del trio di generali che circonda il presidente: il capo del Pentagono James Mattis, il consigliere per la sicurezza H.R. McMaster e il nuovo capo dello staff John Kelly. Dalla loro parte anche il vice presidente Mike Pence e lo stesso segretario di Stato Rex Tillerson.

Lo scorso giugno Trump aveva già autorizzato Mattis ad aumentare il contingente americano con 3.900 soldati, ma il segretario alla Difesa aveva chiesto che la Casa Bianca definisse prima una strategia. La decisione è maturata nello scorso weekend in un summit a Camp David. “Un giorno importante speso a Camp David con i nostri generali pieni di talento e i leader militari. Prese molte decisioni, incluso l’Afghanistan”, ha twittato subito dopo il tycoon.

Poi la Casa Bianca ha annunciato che il presidente avrebbe fatto un annuncio in tv lunedì sera (questa notte in Italia) dalla base di Fort Myer, ad Arlington. Sarà il suo primo discorso alla nazione in prime-time dopo quello al Congresso in gennaio. Non sarà facile per lui spiegare il suo ‘dietrofront’ e i nuovi costi umani ed economici dell’avventura militare, sullo sfondo della capitolazione di un nuovo distretto afghano nelle mani dei talebani e dell’imbarazzante incidente al cacciatorpediniere McCain (10 marinai dispersi).

Probabile che invochi la lotta al terrorismo, ma da oggi diventerà direttamente responsabile della guerra, dei suoi successi o del suo fallimento, dopo aver invertito il progressivo disimpegno di Barack Obama. Le incognite del discorso riguardano solo il numero di soldati (potrebbero anche essere oltre 4.000) e se ci saranno misure contro il Pakistan, da anni santuario di protezione di talebani ed altri gruppi estremisti, anche se alla vigilia dell’intervento di Trump Islamabad si è affrettata a dire di aver fatto tutto il possibile contro il terrorismo. Lo scorso mese però il Pentagono ha sospeso 50 milioni di dollari di aiuti militari dopo che Mattis ha stabilito che Islamabad non fa abbastanza contro la temibile rete Haqqani, alleata dei talebani afghani.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)