Merkel: “Ingiusti i super-bonus a manager correi del dieselgate”

BERLINO. – La cancelliera Anagela Merkel, in campagna elettorale, interviene sulla delicata questione dei bonus ai manager nell’industria dell’auto tedesca: alla luce del dieselgate è ingiusto che vengano elargiti compensi milionari a manager correi, ha affermato a sorpresa, rispondendo a una domanda dei lettori di Bild on line, che l’hanno intervistata nella sede del tabloid. Il caso delle manipolazioni delle emissioni – esploso inizialmente in casa Volkswagen, e che sta coinvolgendo anche altre imprese – ha logorato la fiducia dei consumatori e Merkel si è detta “arrabbiata e irritata” dallo scandalo.

“Non trovo giusto che possibili bonus milionari vengano pagati a manager che hanno una corresponsabilità per le manipolazioni dei valori delle emissioni – ha affermato -. In alcuni consigli di sorveglianza siedono anche rappresentanti dei sindacati. Credo si dovrebbe procedere con più sensibilità rispetto a quanto avvenuto nel passato”.

A due anni dalle prime rivelazioni sul software usato da Volkswagen, il tema è ancora “caldo” in Germania, e la politica deve continuamente farci i conti. Anche in questa campagna elettorale, in vista delle urne del 24 settembre. Del resto le rivelazioni in proposito sono quotidiane: di recente è stata la Sueddeutsche Zeitung a riferire ad esempio che i legali del manager italiano arrestato dell’Audi, Giovanni P., hanno presentato una memoria difensiva di 28 pagine, nelle quali si tira in ballo anche il cda dell’impresa tedesca. Nell’atto si sostiene che “dagli impiegati fino ai top manager, fossero in molti a sapere delle manipolazioni delle misurazioni delle sostanze inquinanti”.

Gli avvocati Walter Lechner e Klaus Schroth hanno parlato di “mail, sedute e colloqui relative al periodo fra il marzo del 2006 e il 10 luglio 2014”, che dimostrerebbero le accuse. Stando al documento di cui parla Sz, il manager avrebbe spiegato che “i serbatoi di AdBlue, la soluzione usata per pulire i gas di scarico, non sarebbero bastati, e per questo Audi avrebbe utilizzato un software illegale”.

Il cda di Audi e il numero uno Rupert Stadler sarebbero stati informati dei problemi nell’aprile 2010 e nel giugno 2012. Sul coinvolgimento di Audi nel dieselgate indaga la Procura di Monaco, che sospetta che negli Usa siano stati sistematicamente violati i valori delle emissioni prescritti per legge su circa 80 mila veicoli. Il regime di custodia cautelare per l’ex manager dell’Audi era stato confermato qualche giorno fa.