L’autunno caldo di Gentiloni e partiti, priorità alla manovra

Gentiloni e Minniti
Gentiloni e Minniti

ROMA. – Sarà un autunno molto caldo per i partiti con più fronti, dalle elezioni in Sicilia alla legge elettorale ai numeri della maggioranza per approvare la legge di bilancio, che si incroceranno e molti rischi per il governo. Per il premier Paolo Gentiloni, l’unico leader rientrato dalle vacanze, la priorità resta una: il via libera alla manovra per tenere fede agli impegni europei ed evitare l’esercizio provvisorio. Per la politica invece, oltre alla finanziaria, sarà centrale il nuovo tentativo, che riprenderà in commissione il 6 settembre, sulla riforma elettorale dopo il naufragio sul sistema tedesco corretto.

La campagna elettorale incombente renderà tutto molto complicato. Un assaggio è evidente già nella febbrile trattativa per la Sicilia, dove sia il centrosinistra sia il centrodestra non hanno ancora il candidato. Ap, conteso tra i due poli, sembra più vicino all’accordo con il Pd ma oggi mette in chiaro che l’alleanza in Sicilia non ha conseguenze sul niet del partito di Angelino Alfano sullo ius soli.

Per evitare di terremotare la maggioranza, la linea del premier sarebbe di tentare l’approvazione dello ius soli in Senato dopo che Palazzo Madama, a cui tocca quest’anno la prima lettura, avrà approvato la legge di bilancio. Da fine novembre, secondo i calcoli dei dem, il Senato sarebbe libero per cercare la quadra sullo ius soli dopo aver messo in sicurezza la legge di stabilità che invece alla Camera non ha il problema dei numeri.

Prima dell’approdo della manovra alle Camere, a metà ottobre, si tenterà la stretta per cambiare il Consultellum e rendere omogenei i due sistemi di Camera e Senato come chiede anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I tempi sono strettissimi anche perchè la legislatura, secondo il timing di Matteo Renzi, terminerà dopo l’approvazione della legge di bilancio a fine dicembre. Con uno scioglimento delle Camere immaginato per metà gennaio per andare alle elezioni a marzo.

Silvio Berlusconi non fa mistero di essere interessato ad una modifica che aiuti la coalizione di centrodestra, data in crescita nei sondaggi. Magari riprendendo le fila del sistema tedesco corretto. Ma sul premio alla coalizione, se spingono Andrea Orlando e Dario Franceschini che a settembre torneranno a insistere sulla necessità della coalizione di centrosinistra, Mdp inclusa, i renziani restano contrari lasciando intravvedere un nuovo round dello scontro interno dopo la tregua agostana.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)