Ultima chiamata per unità del centrodestra, Berlusconi vede Miccichè

Silvio Berlusconi (D) con Gianfranco Miccichè durante il suo intervento al teatro Politeama di Palermo, 19 Marzo 2016. ANSA/MIKE PALAZZOTTO
Silvio Berlusconi (D) con Gianfranco Miccichè durante il suo intervento al teatro Politeama di Palermo, 19 Marzo 2016. ANSA/MIKE PALAZZOTTO

ROMA. – Sbloccare l’impasse sul ‘dossier’ Sicilia e decidere se Forza Italia si lancerà in una corsa solitaria per la conquista di palazzo D’Orleans sostenendo Gaetano Armao oppure (per evitare divisioni anche dentro il partito) ‘ripiegare’ su Nello Musumeci, il candidato sostenuto da Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

E’ proprio per superare il bivio che Silvio Berlusconi ha deciso di convocare ad Arcore Gianfranco Miccichè, il coordinatore del partito in Sicilia fino all’ultimo impegnato nel tentare di arrivare ad un’intesa con Angelino Alfano. Una trattativa complicata quella con il leader di Alleanza Popolare su cui sin dall’inizio hanno pesato i veti irremovibili di Lega e Fratelli d’Italia.

Nessuna disponibilità a scendere a patti, nemmeno locali, con Ap è stato il refrain con cui il duo Meloni-Salvini ha controbattuto agli appelli lanciati da Cavaliere all’unità della coalizione. E proprio per non incrinare i rapporti con gli alleati che alla fine l’ex capo del governo ha dovuto ripiegare sul piano B: stoppare il dialogo con i centristi e valutare le altre opzioni sul campo per Forza Italia.

Un cambio di programma che gli consente anche di mettere a tacere i malumori tra gli azzurri soprattutto verso Miccichè reo di aver voluto privilegiare l’accordo con Alfano ‘sacrificando’ la coalizione di centrodestra. Accuse però che gli uomini vicino a Miccichè rispediscono al mittente: Senza Alfano – è il ragionamento – deve essere chiaro a tutti che la vittoria è compromessa. E comunque quello che è evidente è che in Sicilia si prende ordini dalla Lega.

Chiuso il capitolo Alfano, le opzioni restano due: tentare la corsa solitaria sostenendo Gaetano Armao, leader di Sicilia nazione sui cui vorrebbe puntare lo stesso Cavaliere, oppure sostenere insieme a Lega e Fdi Nello Musumeci che al di là delle scelte di Forza Italia non ha intenzione di fare passi indietro. Una soluzione di compromesso potrebbe essere quella del ticket: Musumeci-Armao.

La composizione della coalizione però è un tema che crea tensione anche nel centrosinistra. Ed è sempre Alfano l’elemento divisivo. Se infatti l’accordo con il Pd viene dato per cosa praticamente fatta, i problemi arrivano dall’ala più a sinistra. La prossima settimana dovrebbe essere annunciato il nome del candidato a cui stanno lavorano i vertici Dem e lo stesso Leoluca Orlando. Nella rosa dei nomi resta in pole quello di Fabrizio Micari, rettore di Palermo, in alternativa Roberto Lagalla, ex rettore dell’ateneo. Due nomi che piacciono ai Dem e che incontrerebbero anche il sostegno di Mdp. A ‘pesare’ però è la presenza nella coalizione di Alleanza Popolare.

Chi ha già fatto sapere che non esistono le condizioni per un accordo è infatti sinistra italiana: “Lavoriamo ad un’alternativa con tutti i soggetti della sinistra”, fa sapere Erasmo Palazzotto che invita il sindaco del capoluogo siciliano (tra i maggiori sponsor di una soluzione che evitasse divisioni) a fare una scelta: “A Orlando ora chiediamo se è disponibile a proseguire con noi il lavoro comune cominciato a Palermo”.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)

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