Terrorismo: “Agenti armati anche fuori servizio”

Terrorismo: "Agenti armati anche fuori servizio"
Terrorismo: “Agenti armati anche fuori servizio”

ROMA. – Non solo barriere, militari e agenti per sbarrare la strada a possibili azioni terroristiche. Nelle raccomandazioni alle forze di polizie emerse durante il Casa, il Comitato di analisi stratetica antiterrorismo, convocato dopo l’attentato di Barcellona, c’è anche il richiamo al personale delle forze di polizia perché “porti con sé l’arma di ordinanza” sempre, anche “fuori dal servizio”. L’invito è stato espressamente rinnovato ed è riportato in una circolare che il Dap – il Dipartimento Amministrazione penitenziaria, guidato da Santi Consolo, che partecipa al Casa – ha inviato il 21 agosto ai direttori delle carceri e alle varie articolazioni del sistema penitenziario.

Se il richiamo è stato esplicitato, e ribadito rispetto alla linea tracciata in questi mesi dal capo della polizia, Franco Gabrielli, si vuole evidentemente tenere alta la guardia responsabilizzando i singoli. In determinate circostanze, si legge nel documento, “un intervento tempestivo potrebbe contribuire alla limitazione del danno”.

L’indicazione che Gabrielli ha cominciato a dare in particolare dopo l’attentato di Nizza del 14 luglio dell’anno scorso, è che l’intuizione di un pericolo e la capacità di reazione sono un bagaglio prezioso che un agente porta con sé anche al di fuori dei turni di servizio e “può contribuire a sventare atti ostili e violenti”. Nizza, con il tir del terrorista lanciato sulla Promenade des Anglais, è stato uno spartiacque: in una circostanza simile un agente armato, benché fuori servizio, potrebbe intervenire e bloccare l’attentatore prima che finisca la sua corsa. Una corsa che in quel caso proseguì invece per 2 chilometri ininterrottamente facendo 87 morti.

Sebbene l’allerta terrorismo in Italia si mantenga stabile a livello 2, un grado sotto l'”attacco in corso”, il richiamo sull’arma d’ordinanza riguarda quindi la consapevolezza, espressa tanto dal premier Paolo Gentiloni, quanto dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, che nessun Paese è esente da rischi.

Nella riunione del Comitato antiterrorismo, come emerge nel documento del Dap, è stata anche “sottolineata l’importanza della sensibilizzazione degli operatori delle Forze dell’Ordine a una più alta attenzione durante l’attività di servizio, al fine di contrastare l’effetto ‘routine'”. Massima attenzione infine ai servizi di vigilanza armata nelle carceri.

Il Dap chiede di “proseguire nell’attività di osservazione per individuare eventuali segni di radicalizzazione e proselitismo, comunicandoli tempestivamente” e di “effettuare con ogni possibile attenzione i servizi istituzionali, specialmente quelli di vigilanza armata”, come quelli di sentinella.

(di Eva Bosco/ANSA)