Ius soli, centrodestra: “Daremo battaglia”. La Lega sfida il Pd

Ius Soli temperato
Ius Soli temperato
Ius Soli temperato
Ius Soli temperato

ROMA. – Cittadinanza sì, cittadinanza no. Sullo ius soli potrebbe giocarsi la “finale” di una delle più complesse partite elettorali, su cui pesa l’incognita del sistema di voto e quindi delle alleanze; una variabile che di certo peserà sul destino di un testo controverso e oggetto di veti e ricatti trasversali. Con la Lega che ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia elettorale nella sua crociata anti-migranti, paventando invasioni e agitando paure legate al fanatismo islamico.

Solo “mistificazioni” e strumentalizzazioni”, prende nettamente le distanze Pier Ferdinando Casini che spinge il governo a impegnarsi per il varo del ddl. Cosa che Paolo Gentiloni in verità ha fatto (lo ha ribadito anche al meeting di Rimini), mentre nel frattempo anche il Papa è sceso in campo in favore di una migliore integrazione dei migranti (e per questo zittito da Matteo Salvini).

La Lega dunque non indietreggia di un millimetro e va avanti nella sua battaglia senza quartiere contro la cittadinanza. E visto che il provvedimento resta saldo nell’agenda di settembre, ha deciso di sfidare il Pd e la sinistra alla prova del voto: “presentino la proposta nei loro programmi elettorali e chiedano ai cittadini italiani con il loro voto di esprimersi, così saranno i cittadini a dire chiaro e tondo che lo Ius soli non si farà e chiuderemo questa discussione una volta per tutte!”.

Calderoli è “fantasioso”, gli ha ribattuto a stretto giro il vicesegretario Pd Maurizio Martina per il quale quella legge è “giusta”. Sulle barricate è però tutto il centrodestra che contro la cittadinanza “facile” ritrova la sua piena compattezza: no al provvedimento dice anche Forza Italia che con il capogruppo al Senato Paolo Romani parla di “incomprensibile accelerazione” del provvedimento che peraltro contiene “scellerati automatismi”. Mentre la leader di Fdi Giorgia Meloni ha già fatto sapere di essere pronta a mobilitarsi per un referendum abrogativo.

Articolate le posizioni dei centristi: se Pierferdinando Casini spinge per il provvedimento e punta l’indice contro la “colossale mistificazione che mira a creare un parallelismo con il terrorismo”, Alleanza popolare continua a frenare. E di fronte ai sospetti di chi, ad esempio in Fi, ipotizza un “inciucione con il Pd” ossia accordi sottobanco in cambio di “prebende” (come l’abbassamento della soglia nella legge elettorale, o certe garanzie sulla legge di stabilità), Ap parte al contrattacco.

“Lo ius soli non rientra né tra le emergenze né tra le necessità impellenti del Paese e non fa parte del programma di Governo. Dunque, non ha nessun legame né con la Legge di Stabilità né con nessun altro aspetto politica”, ha puntualizzato Valentina Castaldini, portavoce nazionale di Alternativa Popolare. Parole che hanno indispettito la sinistra favorevolissima a quella legge: “Il ministro Alfano e il suo partito la smettano di giocare a rimpiattino”, si è inalberato Federico Fornaro (Mdp) che ha sottolineato la linearità del governo sul tema. Piuttosto, “Alfano esca dall’ambiguità e si adoperi per convincere i senatori del suo partito a votare a favore dello Ius Soli alla ripresa dei lavori del Senato”.

(Di Giuliana Palieri/ANSA)