Il Governo ricomincia dalla manovra, si punta sui giovani

Una ragazza ricerca lavoro sul tabellone delle offerte.
Una ragazza ricerca lavoro sul tabellone delle offerte.
Occupazione dei più giovani.

ROMA. – Una revisione della stima del Pil, con un rialzo di almeno due decimali. E un aggiustamento degli obiettivi di risanamento dei conti che consenta di liberare risorse per sostenere la crescita, a partire dall’occupazione dei più giovani. Sono i passi che il governo conta di muovere in autunno con la nota di aggiornamento al Def e la legge di Bilancio e sui quali il premier Paolo Gentiloni, appena rientrato da Amatrice, ha fatto un primo giro di orizzonte insieme al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

Nonostante i risultati dell’economia decisamente migliori del previsto, che potrebbero portare a un ritocco della previsione di crescita a +1,3-1,4% dall’1,1% come indicano anche i principali analisti, il titolare di via XX settembre mantiene la sua ormai proverbiale cautela, espressa chiaramente anche nel giorno dell’euforia per il Pil di metà anno.

Le risorse a disposizione restano “poche” si era premurato di precisare in quell’occasione, e vanno concentrate su chiare priorità, i giovani, gli investimenti e la lotta alla povertà. Priorità condivise con Palazzo Chigi e rilanciate dallo stesso premier al Meeting di Rimini qualche giorno fa, quando ha parlato di “limitate misure per accompagnare la crescita con interventi molto selettivi”.

A partire, appunto, da “incentivi permanenti, stabili” per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. L’ipotesi che si sta ancora limando è quella di uno sconto del 50% per i primi due o tre anni dall’assunzione di under 29, anche se ancora si sta valutando se portare un po’ più in alto l’asticella dell’età. Con questo ‘bonus giovani’ – che sarebbe permanente a differenza degli incentivi del 2015 che scadono quest’anno – il governo punta a 300mila nuove assunzioni stabili.

La misura, come ha garantito il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dovrebbe essere accompagnata da una norma ‘anti-furbetti’ per evitare licenziamenti e sostituzione di lavoratori più ‘costosi’ con quelli da assumere con lo sgravio. Costo dell’operazione 900 milioni il primo anno e due miliardi a regime, come ha confermato sempre Poletti.

La manovra però parte già da 12 miliardi da reperire per sterilizzare del tutto gli aumenti di Iva e accise e rispettare l’impegno concordato con Bruxelles di uno sforzo di riduzione del deficit strutturale dello 0,3% (circa 5 miliardi), la metà di quanto detterebbero le regole europee e molto meno di quanto indicato al momento nel Def di aprile (lo 0,8%).

Con la legge di bilancio andranno poi reperite le risorse, almeno 1,2 miliardi per garantire gli 85 euro medi di aumento previsti dal rinnovo del contratto degli statali, oltre a circa 3 miliardi per finanziare le cosiddette ‘spese indifferibili’ (come le missioni all’estero).

Andranno rifinanziati, come ha indicato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, anche gli incentivi agli investimenti privati, e in pole in questo caso c’è il l’iperammortamento al 250% accanto a un nuovo “potente” incentivo per gli investimenti aggiuntivi delle imprese nella formazione digitale dei dipendenti. In totale si potrebbe arrivare a un miliardo e mezzo nel triennio per Industria 4.0, mentre un altro miliardo e mezzo potrebbe servire per rafforzare la dote del reddito di inclusione.