Delcy Rodrìguez accusa la Mud di essere d’accordo con le sanzioni americane

CARACAS.- Il Tavolo dell’Unità Democratica è a favore delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti al Paese e non sarebbe contrario ad un ipotetico intervento militare in suolo venezolano. Le gravi accuse sono dell’ex ministro degli Esteri e attuale presidentessa dell’Assemblea Nazionale Costituente, Delcy Rodríguez.
– E’ triste vedere questi deputati che hanno tradito la Patria! – ha esclamato Rodríguez che ha sostenuto che le sanzioni imposte al Paese dagli Stati Uniti sono la risposta alle esigenze dell’Opposizione “che ha chiesto armi per promuovere la violenza e chiede un intervento militare”.
Riferendosi, quindi, al lavoro svolto dalla Costituente che presiede, ha affermato:
– In appena 11 sedute, ha preso decisioni storiche. E, poiché ci sono movimenti politici che promuovono l’intervento straniero, noi saremo più esigenti nel rispetto dell’ordine costituzionale.
Da New York, anche Rafael Ramìrez, Ambasciatore del Venezuela presso le Nazioni Unite, ha affermato che i tutti i venezuelani devono condannare le sanzioni imposte dal Dipartimento del Tesoro americano poichè rappresentano un’aggressione contro il Paese.
– Qualunque sanzione unilaterale contro di un paese contro un altro Paese è illegale – ha detto -. Gli Stati Uniti agiscono in maniera illegittima d’accordo al Diritto internazionale e la Carta dell’Onu.
L’Ambasciatore riconosce che le sanzioni non sono responsabili della crisi che vive il Venezuela. Ma sostiene che i provvedimenti economici, così come sono stati disegnati, creeranno carestia di generi alimentari e medicine e un clima d’incertezza in chi avrà timore di sanzioni nel caso dovesse stabilire relazioni commerciali con il Venezuela.
Il presidente della Commissione di Economia e Finanza del Parlamento, Josè Guerra, non è d’accordo con le accuse mosse contro il Tavolo dell’Unità Democratica.
– La precaria situazione dell’economia – ha detto – non è provocata dalle sanzioni economiche. Ha origini ben più profonde nel tempo.
Per il deputato, la presidentessa dell’Anc si arrampica negli specchi nello spiegare l’impossibile. E ha chiarito che con le sanzioni il Paese non potrà collocare nuovi buoni del Tesoro. Ciò renderà più difficile il funzionamento dell’Holding petrolifera Pdvsa. Ha anche precisato, che nel 2016, il governo non riuscì a piazzare strumenti finanziario nel mercato internazionale. Per il parlamentare, è stato il governo stesso a bloccarsi. Ha ricordato, quindi, che la “finanziaria del 2017” non è stata approvata dal Parlamento ma dal Tribunale Supremo di Giustizia. Ha sottolineato che non è vero che l’intervento di Julio Borges, presidente del Parlamento, abbia accelerato le sanzioni perché, a suo giudizio, visto le condizioni macroeconomiche del paese comunque indebitarsi col Venezuela avrebbe un costo superiore che farlo con Siria o Sudan, che sono in guerra.
José Guerra considera che non pagare il debito non è una scelta. Ed è sicuro che il Venezuela manterrà fede algi impegni presi: pagherà circa 3 mila 700 milioni di dollari. Non dovesse farlo, le navi con bandiera venezuelane in acque internazionali potrebbero essere confiscate così come potrebbero esserlo altri attivi venezuelani all’estero.