Spagna-Italia: magie e gomitate, una sfida infinita

Spagna-Italia:magie e gomitate, una sfida infinita
Spagna-Italia:magie e gomitate, una sfida infinita

ROMA. – Non le resta che vincere all’Italia, sabato al Bernabeu, se non vuole affidarsi alla lotteria degli spareggi per accedere ai Mondiali del 2018. Ma è un’impresa da far tremare i polsi fermi ed esperti di capitan Buffon perché agli spagnoli basterà anche un pari per mantenere il vantaggio nella differenza-reti del girone G, e perché l’unica vittoria in trasferta è lontana 68 anni ed è stata l’ultima impresa targata Grande Torino, a due mesi da Superga.

Proprio una delle rare papere del n.1 azzurro Buffon ha propiziato il pari dell’andata, raggiunto poi nel finale con un rigore di De Rossi. Dopo il 2-0 liberatorio degli ottavi agli europei 2016 sembrava che gli azzurri potessero lasciarsi alle spalle la supremazia avversaria, ma tutto dipenderà dalla sfida di sabato anche perché l’Italia è una delle poche nazionali che ha uno score positivo con gli spagnoli (11 a 10 con 15 pari).

Nelle Furie Rosse è in atto un passaggio generazionale, ci sono però tanti campioni nuovi ormai consolidati (da Morata a Suso, da Isco ad Asensio) con un vivaio inesauribile. Ma anche l’Italia conta su un solido ricambio, e Belotti, Immobile, Insigne, Bernardeschi hanno l’età giusta per non farsi condizionare dall’atmosfera magica del Bernabeu.

Ci sono i presupposti di una sfida nel solco della ricca tradizione delle due antiche rivali, costellata anche da episodi discutibili. Dal pugno che costa il rosso al mitico portiere Zamora, nella prima sfida alle Olimpiadi 1920, alla gomitata di Tassotti che fa fluire copioso il sangue dal naso rotto di Luis Enrique nei quarti 1994: sa anche di corrida l’happening di sabato, 37/o della serie.

La ‘grande bellezza’ latina passa da sfide appassionate a test insapori, e c’è perfino il record del doppio autogol di Salvadore che vanifica prima di Mexico ’70 il vantaggio di Riva e Anastasi. Alla Spagna sono legate inoltre le ultime prodezze del Grande Torino nel congedo azzurro 3-1 a Madrid nel marzo 1949. Ma Spagna-Italia è anche sfida di goleador: Meazza, Piola, Baggio, Inzaghi, Vialli da una parte, Di Stefano, Raul e Torres dall’altro.

La goleada più fragorosa è il 7-1 azzurro alle Olimpiadi di Amsterdam 1928 con il famoso gol di Levratto (pallone che sfonda la rete), c’è poi il 4-0 del 1942 a San Siro con reti anche di Mazzola e Piola, a cui la Spagna risponde 60 anni dopo con il tremendo 4-0 nella finale di Kiev.

Uno dei grandi protagonisti è il divo Ricardo Zamora (portiere del secolo secondo l’IffHS) che partecipa a 9 delle 12 sfide tra il 1920 e il 1934. Nella semifinale mondiale di Firenze Italia e Spagna chiudono 1-1 con pari di Ferrari e fallo non rilevato di Schiavio sul portiere che fa miracoli per 90′. E qui c’è il giallo della scomparsa di Zamora (pare per pressione politico-diplomatica del regime fascista) nella ripetizione della gara il giorno dopo, vinta tra le polemiche con un gol di Meazza: assenza mai chiarita, poi l’Italia vince il titolo.

Passa un quarto di secolo e grande protagonista in panchina è il mago Herrera che oltre all’Inter dirige la Spagna: vince 3-1 con l’Italia e va a segno anche Di Stefano. Poi c’è il 2-1 a Cagliari nei 1971 nella partita delle arance, lanciate dal pubblico per l’assenza di giocatori sardi. Spettacolo e gol (2-2) nell’amichevole di Salerno del 1998 per le vittime dell’alluvione del Sarno: in gol Raul e due volte Inzaghi.

Vittorie di misura azzurre a Roma nel 1978 e agli europei 1988 con le firme illustri di Paolo Rossi e Vialli, poi nel 1994 qualificazione italiana con Baggio nei quarti mondiali sporcata dalla gomitata di Tassotti. Da allora l’unico successo italiano in amichevole e’ il 2-1 a Bari nel 2011 con Montolivo e Aquilani prima del pari e del crollo in finale nel 2012 e del ko ai rigori nella Confederations 2013. Poi l’1-1 di Udine con gol di Insigne, preambolo del 2-0 rigeneratore agli europei 2016.

Ma dopo l’1-1 di Torino serve l’impresa di vincere a Madrid, nello stadio teatro del trionfo mondiale del 1982.

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