Locomotiva Usa corre. Trump: “Ora tagliamo le tasse”

Locomotiva Usa corre, pil +3%.
Locomotiva Usa corre, pil +3%.

NEW YORK. – La locomotiva americana cresce alla velocità più sostenuta del 2015. Il pil del secondo trimestre segna un +3% in quella che il presidente Donald Trump vede come una sua vittoria, ma che – secondo gli analisti – è più attribuibile a Barack Obama che all’attuale inquilino della Casa Bianca. Ma il presidente americano brinda alla ripresa che si rafforza: ”possiamo crescere molto di più del 3%” dice Trump, annunciando la riforma delle tasse, che include sgravi per la classe media.

Il sistema fiscale – dice – va cambiato perché così com’è ha solo effetti negativi sul mercato del lavoro: ”tagliamo le tasse agli americani”. Ma rivediamo il sistema anche per le imprese: ”se pagano meno tasse, gli americani avranno salari più bassi e più prodotti Made in Usa”. Criticando democratici e repubblicani, Trump lancia poi il suo appello al Congresso: la riforma delle tasse va appoggiata.

L’attuale sistema va ”semplificato, reso più equo e reso più facile da capire” aggiunge il presidente, che punta a ridurre l’aliquota fiscale sulle imprese al 15%, pur ammettendo che l’obiettivo è ambizioso. Quello che conta – aggiunge – è riformare il sistema che al momento favorisce i ricchi, e ”lo dico anche a scapito mio”. Nel mirino di Trump c’è anche il rimpatrio dei fondi parcheggiati all’estero dalle aziende americane: ”miliardi e miliardi di dollari” aggiunge.

Trump ringrazia il segretario al Tesoro Steven Mnuchin e il segretario al Commercio Wilbur Ross per aver delineato la riforma. Nessun riferimento invece a Gary Cohn, il consigliere economico vero ‘autore’ della riforma. Di recente fra i due non corre buon sangue, dopo che l’ex presidente di Goldman Sachs lo ha criticato per non aver condannato in termini abbastanza duri i suprematisti bianchi dopo gli scontri di Charlottesville.

L’accelerazione della ripresa, insieme al buono stato di salute del mercato del lavoro con il settore privato che crea 237.000 posti, sembra in grado di confermare la tabella di marcia della Fed per un avvio del programma di riduzione del bilancio in settembre e un nuovo aumento dei tassi di interesse entro l’anno. La crescita è buon segnale per Trump perché, insieme alla volata di Wall Street, conferma il clima di fiducia di consumatori e aziende nonostante la mancanza di riforme: è infatti la prima volta che l’economia cresce del 3% da quando è entrato alla Casa Bianca, e dopo aver promesso per tutta la campagna elettorale una crescita sopra il 3%. Il buon risultato arriva inoltre in un contesto in cui il livello di approvazione del presidente è al di sotto del 40%, mostrando quanto poco il presidente piaccia agli americani.

L’accelerazione della ripresa al 3% è legata ai consumi, saliti del 3,3%, in quello che è l’aumento maggiore dal secondo trimestre del 2016. Gli analisti sono scettici sul fatto che la locomotiva americana possa continuare un ripresa così sostenuta. Secondo Goldman Sachs la crescita nel terzo trimestre potrebbe essere frenata dall’uragano Harvey, in grado di sottrarre fino allo 0,l2% del pil.

Scettico sull’attuale stato dell’economia anche Warren Buffett. Il guru della finanza ritiene infatti che ”non sembra di essere in un’economia che sale del 3%, sembra più un’economia al +2%” dice Buffett, ribadendo l’invito alle autorità a sostenere i salari, la cui crescita è ancora al palo, e ad affrontare e risolvere il nodo delle disuguaglianze.