Onu, uso sistematico della forza. Valero: “Si denigra la democrazia partecipativa”

Il Venezuela nel mirino dell’Onu

GINEVRA – L’accusa dell’Onu, per un paese democratico che si reputa difensore dei diritti umani, è assai pesante. Un documentato rapporto dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu ha denunciato l’uso sistematico e diffuso della forza eccessiva durante le recenti manifestazioni di protesta che hanno sconvolto la vita dei venezuelani negli ultimi mesi.
Immediata la reazione del governo del presidente della Repubblica, Nicolás Maduro.
– E’ la patetica dimostrazione del tentativo di quell’Ufficio, e dell’Alto Commissario Zeid Ra’ad Al Hussein che lo presiede, di denigrare la democrazia partecipativa e protagonista che esiste in Venezuela – ha affermato a Ginevra l’Ambasciatore del Venezuela all’Onu, Jorge Valero -. E’ un Dossier infondato, elaborato senza che nessuno ne facesse richiesta.

L’alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu, nel suo rapporto, rileva che in Venezuela sono state commesse gravi violazioni dei diritti umani in risposta alle dimostrazioni anti-governative. Le azioni del governo, sostiene il Dossier, tradiscono “la volontà politica di reprimere l’opposizione e di instillare paura tra la popolazione per porre fine alle proteste.
“L’uso diffuso e sistematico di una forza eccessiva durante le manifestazioni e la detenzione arbitraria di manifestanti e presunti oppositori politici mostrano che non si tratta solo di atti illegali e isolati di alcuni funzionari”, si legge ancora nel documento che invita il Consiglio Onu dei diritti dell’uomo a valutare la convenienza di provvedimenti che permettano di prevenire un ulteriore deterioramento della situazione dei diritti umani nel Paese.
L’Alto Commissario Onu ai diritti umani, Zeid Ra’ad Al Hussein, ha fatto già in ripetute occasioni riferimento alla crisi economica e sociale e, soprattutto, alle crescenti tensioni politiche che vive il Paese; tensioni che potrebbero derivare in altra violenza.
Il rapporto presentato a Ginevra esamina il periodo compreso tra il primo aprile e il 31 luglio dell’anno in corso. Quattro mesi in cui, si afferma, delle 124 morti legate al movimento di protesta e indagate dalla procura, ben 46 possono essere imputate direttamente alle forze di sicurezza. Ai “colectivos”, le bande armate di motociclisti simpatizzanti del governo che sparano contro i manifestanti disarmati dell’Opposizione, sono attibuite 27. Per il resto dei decessi, 51, la responsabilità non è stata ancora stabilita.
Durante lo stesso periodo, la Procura aveva avviato inchieste sulle quasi duemila persone rimaste ferite nel corso di manifestazioni. Infine, secondo stime del Foro Penale Venezuelano, una delle Ong più autorevoli in materia di difesa dei Diritti Umani, oltre 5.000 persone sarebbero state arrestate a partire dal 1 aprile.
Nel Dossier, presentato a Ginevra, si chiede al governo del presidente Maduro di porre fine alla detenzione arbitraria, soprattutto, al ricorso a Tribunali militari per giudicare i civili. Si chiede anche la realizzazione di un’indagine tempestiva, indipendente ed efficace sulle violazioni dei diritti umani.
Anche le minacce di criminalizzare i leader dell’opposizione attraverso la “Comissión de la Verdad, de la Justicia y de la Paz” destano grande preoccupazione (l’Assemblea Nazionale Costituente, con l’autorizzazione del Tsg, avrebbe iniziato indagini su presunti crimini di “tradimento alla Patria” commessi da alcuni esponenti di spicco dell’Assemblea Nazionale che, si teme, potrebbero concludere con l’accusa formale, il ritiro dell’immunità parlamentare e l’inizio dei processi presso Tribunali militari).
“La Commissione recentemente istituita dall’Assemblea costituente – sostiene Zeid in un comunicato – non soddisfa i requisiti fondamentali di trasparenza e di imparzialità per condurre indagini indipendenti”.
L’Alto Commissariato, comunque, precisa che, nell’impossibilità di avere accesso al Paese, poiché il Governo non ha mai risposto alle richieste dell’organismo, il rapporto è stato redatto sulla base di indagini e interviste condotte a distanza.

Lascia un commento