Papa: “I potenti ascoltino il grido della terra e dei poveri”

Papa Francesco in piazza San Pietro per l'Udienza generale.
Papa Francesco in piazza San Pietro per l’Udienza generale.

CITTA’ DEL VATICANO. – Papa Francesco si rivolge ai potenti della terra perché ascoltino il “grido” del pianeta e quello dei poveri, prime vittime degli “squilibri ecologici”. Lo ha fatto al termine dell’udienza generale che tornava in Piazza San Pietro – imponenti le misure di sicurezza in tutta l’area circostante – annunciando per la Giornata di preghiera per la cura del creato, in calendario il primo settembre, il Messaggio preparato con “il caro fratello Bartolomeo, patriarca ecumenico di Costantinopoli”. In esso, ha detto, “invitiamo tutti ad assumere un atteggiamento rispettoso e responsabile verso il creato”. “Facciamo inoltre appello, a quanti occupano ruoli influenti – ha aggiunto -, ad ascoltare il grido della terra e il grido dei poveri, che più soffrono per gli squilibri ecologici”.

Un richiamo forte, quello del Papa, che oltre che sul tema ambientale a lui particolarmente caro, ampiamente affrontato nella sua enciclica ‘verde’ Laudato si’, e sul dramma-povertà, incide anche su una questione oggi al centro del dibattito politico, come quella delle migrazioni: nell'”ecologia umana” trattata dal Pontefice argentino, infatti, gran parte degli spostamenti di popolazioni sono conseguenza delle carestie indotte dalle desertificazioni e dai mutamenti climatici. Tutto si tiene, insomma, per Bergoglio, per il quale sono appunto i poveri a patire di più gli effetti degli “squilibri” ambientali.

Nella sua catechesi in piazza, davanti a oltre novemila pellegrini, il Papa si è soffermata sul rapporto tra la speranza e le memoria, commentando in particolare i brani evangelici sulla chiamata dei primi discepoli di Gesù. “I giovani che non cercano nulla non sono giovani, sono invecchiati prima del tempo. E’ triste vedere dei giovani in pensione”, ha scandito.

“Che giovinezza è – ha detto ancora – una giovinezza soddisfatta, senza una domanda di senso?”. “E Gesù, attraverso tutto il Vangelo – ha proseguito -, in tutti gli incontri che gli capitano lungo la strada, appare come un ‘incendiario’ dei cuori. Da qui quella sua domanda che cerca di far emergere il desiderio di vita e di felicità che ogni giovane si porta dentro: ‘che cosa cerchi?'”. “Anche io vorrei chiedere ai giovani qui in piazza e a quelli che ascoltano attraverso i media – ha aggiunto ‘a braccio’ -: ‘tu che sei giovane che cosa cerchi? Che cosa cerchi nel tuo cuore?”.

Per Francesco, poi, “il Signore non vuole uomini e donne che camminano dietro a Lui di malavoglia, senza avere nel cuore il vento della letizia”. “Non diamo retta alle persone deluse e infelici – ha esortato -; non ascoltiamo chi raccomanda cinicamente di non coltivare speranze nella vita; non fidiamoci di chi spegne sul nascere ogni entusiasmo dicendo che nessuna impresa vale il sacrificio di tutta una vita; non ascoltiamo i ‘vecchi’ di cuore che soffocano l’euforia giovanile. Andiamo piuttosto dai vecchi che hanno gli occhi brillanti di speranza”. “Coltiviamo sane utopie”, ha concluso: “E se un sogno si spegne, tornare a sognarlo di nuovo, attingendo con speranza alla memoria delle origini”.

Al termine il Papa ha salutato i membri della società e i calciatori della squadra brasiliana della Chapecoense, in vista dell’amichevole che vedrà opposto il team brasiliano alla Roma venerdì sera allo Stadio Olimpico. L’incontro di oggi è avvenuto a quasi un anno di distanza dall’incidente aereo in cui persero la vita quasi tutti i componenti della squadra e dello staff tecnico del club brasiliano, nel viaggio che li stava portando a disputare la finale di andata della Copa Sudamericana. Francesco ha salutato e abbracciato anche alcuni familiari degli scomparsi, benedicendone le fotografie.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)