L’Italia conferma il ritmo di crescita. Cernobbio ottimista

Un'operaio metalmeccanico al lavoro in un'immagine d'archivio.
Un'operaio metalmeccanico al lavoro in un'immagine d'archivio. GIORGIO BENVENUTI-ARCHIVIO / ANSA / DC
Un’operaio metalmeccanico al lavoro in un’immagine d’archivio. GIORGIO BENVENUTI-ARCHIVIO / ANSA / DC

CERNOBBIO. – L’Italia esce dalle secche della crisi e conferma il suo ritmo di crescita con il Pil in aumento ininterrottamente da dieci trimestri consecutivi ed al top da sei anni. La conferma arriva dall’Istat che ha rilevato come il Pil del secondo trimestre è cresciuto dello 0,4% rispetto a quello precedente e dell’1,5% nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso.

Un dato positivo che rimbalza a Cernobbio dove l’ottimismo sembra prevalere e dove è atteso il premier Paolo Gentiloni che prima del suo esordio a Villa D’Este, sottolinea: “un’altra buona notizia”. Tra gli elementi che hanno dato slancio all’economia ci sono gli investimenti che, nel secondo trimestre dell’anno, hanno ripreso a crescere con un aumento dello 0,7% in termini congiunturali e del 2,6% su base annua.

La crescita del Pil è stata determinata dall’andamento positivo dell’industria (+0,6%) e dei servizi (+0,4%). La spinta arriva dal settore dei mezzi di trasporto. Ed inoltre i consumi hanno fatto registrare un andamento positivo con un +0,2% sul trimestre e +1,2% in termini tendenziali. I rialzi sono stati controbilanciati dalla dalla diminuzione del valore aggiunto dell’agricoltura (-2,2%) e delle costruzioni (-0,4%). I dati sulla crescita del Paese fanno ben sperare il premier il quale si augura che “ci consentano di proseguire la strada per assicurare altre risorse contro la povertà e l’esclusione sociale”.

A Cernobbio tra imprenditori e banchieri si respira fiducia ed ottimismo. L’aria è così positiva che molti imprenditori non hanno difficoltà a confermare che le prestazioni delle loro aziende sono migliorate – due su tre già ne avvertono concretamente gli effetti – e prevedono, per i prossimi mesi, un aumento di fatturato, alcuni addirittura del 10%. E non spaventa nemmeno l’euro forte che, per alcuni analisti finanziari, potrebbe creare problemi alla ripresa economica.

La ripresa è stata favorita anche dal sistema delle banche. Intesa Sanpaolo, ad esempio, nei primi sei mesi dell’anno ha concesso prestiti alle imprese per 25 miliardi di euro, rispetto ai 50 miliardi previsti per il 2017. Il presidente di Intesa, Gian Maria Gros-Pietro, ritiene che la ripresa è il frutto sicuramente il frutto di una “componente congiunturale che riguarda tutta l’Europa ma c’è anche una componente strutturale e questo è avvalorato dal fatto che sono ripartiti gli investimenti”.

E’ fiducioso anche l’amministratore delegato di Unicredit, Jean Pierre Mustier, secondo il quale l’economia italiana sta andando molto bene. Ora ci aspettiamo un incremento degli investimenti fissi”. L’Italia è sulla via “giusta per una crescita di lungo periodo sostenuta dalla crescita delle altre economie europee”, aggiunge Mustier, spiegando che c’è una “ritrovata “fiducia, che arriva dalle politiche di Francia, Germania e Italia”.

Dal forum Ambrosetti il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, ricorda come l’Italia è in ripresa dopo le riforme. “Il problema delle banche – ha detto – è stato circoscritto dal governo. Nella sostanza in Italia ci sono stati grandi cambiamenti strutturali ed ora stiamo vedendo i risultati”.

Tra i dati macro arrivati da Roma c’è poi il fabbisogno, che registra nei primi otto mesi dell’anno un aumento di circa 10 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A pesare c’e’ anche l’esborso di 3,9 miliardi per il Monte dei Paschi di Siena mentre hanno influito positivamente sul mese gli incassi della rottamazione delle cartelle per un importo di 1,8 miliardi.

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