Il Pd accelera sullo Ius soli, nodo Ap. Si frena sui vitalizi

Il Pd accelera sullo Ius soli
Il Pd accelera sullo Ius soli

ROMA. – Approvare lo ius soli prima delle legge di bilancio facendo affidamento anche sulla fiducia posta dal governo sul provvedimento: al tramonto di un’estate di polemiche è questa la volontà del Pd che sta emergendo in queste ore. Una volontà sottolineata dal capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda e confermata dal renziano Andrea Marcucci ma che si scontra con il rebus numeri a Palazzo Madama. Anche perché, se FI e Lega appaiono più che mai contrari al ddl anche in Ap i dubbi sono tutt’altro che evaporati e si incrociano con le fibrillazioni che agitano i centristi anche sull’accordo con il Pd per le Regionali in Sicilia.

Al momento nulla ancora si muove a Palazzo Madama. L’Aula riprenderà i battenti il 12 settembre dopo la capigruppo che potrebbe cambiare il calendario dei lavori. E se sullo ius soli si vuole accelerare, sul ddl sui vitalizi, nel Pd, non sembra ci sia intenzione di correre. “Dobbiamo avere il coraggio civile, popolare o non popolare che sia, di esaminare il provvedimento per la sua costituzionalità”, affermava Zanda. E non è escluso che, a questo punto, il ddl al Senato slitti a dopo la legge di bilancio con il M5S che già oggi promette battaglia.

Lo ius soli, secondo l’attuale calendario, non è la prima legge ad essere esaminata in Aula. Prima, ad esempio, c’è il ddl sul passaggio del comune di Sappada dal Veneto al Friuli. Anche per questo la volontà del Pd di approvare lo ius soli prima dell’arrivo, a metà ottobre, della legge di bilancio implicherebbe un cambio di calendario. La discussione, infatti, si preannuncia lunga e bollente.

Finora sono 50.074 gli emendamenti previsti al ddl dei quali 49.745 della Lega, a testimonianza della trincea che metterà in campo il Carroccio. Nessun emendamento, invece, è stato finora presentato né dal Pd né Ap anche se i centristi fanno sapere di avere pronti delle proposte di modifica “qualificate”. Difficile, al momento, che lo ius soli così com’è incontri il placet di tutto il gruppo, anche se il governo metterà la fiducia.

La posizione maggioritaria, nel gruppo, è che quello attuale non sia “il momento giusto” per lo ius soli e un accordo con Matteo Renzi sul tema rischierebbe di aumentare i malumori di chi già storce il naso sulla probabile intesa Pd-Ap in Sicilia. I Dem, però, sullo ius soli non sembrano voler fare passi indietro.

“Per il Pd resta una priorità”, assicura Marcucci ribadendo la volontà di portare il ddl in Aula prima della legge di bilancio. Sul punto, tra l’altro, Matteo Renzi può contare sul fermo sostegno della sinistra Pd e anche di Mdp e SI: per un provvedimento caldeggiato oltretutto dalla gran parte del governo.

I numeri, però sono strettissimi. Appare non facile l’ok dei senatori di Ala e ancor meno probabile si presenta il placet dei 17 membri di Gal. M5S è contrario (seppur con non pochi malumori interni), mentre un aiuto corposo potrebbe arrivare dal Misto (30 senatori). Per serrare una maggioranza in vista della fiducia i 24 centristi restano decisivi a meno che, in Ap o in altri gruppi, non si scelga di non partecipare al voto per abbassare il quorum.

(di Michele Esposito/ANSA)