Dopo il ko con la Spagna, tifosi italo-venezuelani infuriati: “Fuori Ventura!”

 

 

CARACAS – Sabato, la nostra nazionale azzurra ha vissuto una notte da dimenticare a Madrid. Battuta per 3-0 della Spagna , questo risultato con tutta probabilità condannerà gli Azzurri a guadagnarsi il pass per il mondiale Russia via playoff.

Il c.t. Gian Piero Ventura, prima di lasciare il campo del Santiago Bernabéu ha commentato la sfida: “In generale si è vista la differenza di qualità tra le due formazioni. C’è da dire che tanto l’abbiamo regalato noi, mettendoci del nostro. Siamo andati sotto subendo due gol con una punizione e un solo tiro in porta – ha sottolineato il tecnico -, peccato. Il loro portiere (De Gea, ndr) ha poi fatto tre parate importanti: la partita poteva riaprirsi”.

Noi, abbiamo chiesto ai nostri tifosi, il parere della sfida di Madrid.

“Sono deluso! È un 3-0 che pesa sulla classifica e sul morale della squadra! La Spagna ci ha dato una lezione di calcio, sul 2-0 andava a pressare la nostra difesa. Al 60’, il loro allenatore, addirittura toglie un centrocampista e mette una punta: Morata! Che poi addirittura fa il 3-0. Sono sicuro che se la situazione fosse stata all’inversa, il nostro allenatore toglieva la punta e sarebbe entrato un difensore” confessa Claudio Costa.

Dal canto suo, Mariano Moscaritolo ci dice: “Sei io fossi Tavecchio, Manderei a casa Ventura che é un incapace! Non puoi giocare cosi al Bernebéu contro la Spagna. Abbiamo rischiato di prendere un cappotto peggio di quello di Kiev. Penso che se chiamiamo Oronzo Caná (storico personaggio intepretato da Lino Banfi nel film l’allenatore nel pallone ndr) faremo più bella figura”.

Non ha funzionato il 4-2-4 scelto da Ventura per tentare il colpaccio al Santiago Bernabeu. La Spagna ha superato 3-0 l’Italia grazie a una doppietta nel primo tempo di Isco (13’ e 40’), di gran lunga il migliore in campo, e al gol di Morata nella ripresa al 77’. Opaca la prestazione degli Azzurri, mai padroni del gioco, e pericolosi solo in un paio di occasioni con Belotti, uscito stremato dopo 70 minuti. Risultato pesante e complessivamente Nazionale azzurra che esce ridimensionata dal confronto con gli spagnoli, superiori come qualità di gioco e tecnica individuale. Si complica adesso il cammino verso Russia 2018. Non c’è ancora la certezza matematica, ma molto probabilmente la qualificazione azzurra al prossimo Mondiale passerà per i playoff.

Giuliana Marchante dice la sua: “È una botosta pesante piena di tante insicurezze in campo e sulla panchina! La Spagna ci ha sovrastato in tutti gli aspetti”. Mentre Ettore Del Cont fa il punto: “Una volta in più la differenza tra giocatori sopravvalutati, vedi i vari Bonucci e Candreva, e giocatori che lo dimostrano in campo: Isco e Morata. Poi, non puoi proporre contro la roja uno schema 4-2-4. Non puoi lasciare tanto spazio a centrocampo. Si é presentato al Santiago Bernabéu con una squadra sbilanciata. Questo é uno schieramento che non é nel nostro DNA”.

Mentre Francesco Di Leo la pensa cosí: “La scelta della Lega di un allenatore come Ventura alla guida degli azzurri é stata errata. L’italia ha ottimi giocatori e non c’è questo divario con la Spagna! Con un altro allenatore avremmo giocato alla pari con le furie rosse, basti pensare che meno di un anno fa abbiamo battuto e non solo, abbiamo dominato la Spagna all’Europeo. Logico, in quel momento avevamo un panchina un commissario tecnico  la cui grinta é la sua parola del giorno”.

Vincere nella splendida cornice del Bernabéu era difficile, forse impossibile. Non solo per la qualità degli avversari, ma anche per la statistica: la Spagna non ha mai perso in casa una gara valida per le qualificazioni mondiali, hanno un bottino di 45 vittorie e 9 pareggi. Vittorie che adesso diventano 46 dopo il 3-0 all’Italia. Nell’undici azzurro non ha funzionato nulla. Poche idee in avanti, poca organizzazione difensiva, con il centrocampo che ha sofferto enormemente a livello numerico. In più ci si è messa anche la serata storta di qualche big, apparso un po’ troppo sottotono. Va riconosciuta tuttavia la straordinaria capacità delle furie rosse d’imporre al match il proprio ritmo e soprattutto la propria filosofia di calcio.

Continuando con l’opinione dei tifosi, Daniel Buonopane ci dice in un tono amareggiato: “In questa partita si sono evidenziati i limiti dell’allenatore. Io ero abituato vedere che l’italia batteva sempre la Spagna nelle gare che contano, dico questo perché loro, in passato ci battevano in amichevole e noi lo facevamo nei match dove c’era qualcosa in palio. Ma adesso stiamo diventando la vittima sacrificale delle furie rosse, una sorta di sparring per la Spagna”.

Roberto Esposito, fa il punto dicendo: “Un talento come Bernardeschi non si può lasciare in panchina per 70 minuti, doveva metterlo prima e togliere Candreva che dal mio punto di vista ha fatto ben poco: in tutto il tempo che è rimasto in campo ha toccato solo due palloni ed uno é finito sugli spalti. La Spagna ha dato spazio ad un giovane come Isco ed é stato il mattatore della partita”. Di parere molto simile, Silvana Guerra: “Un’italia senza gioco e senza idee! Non si può fare a meno di giocatori come Bernardeschi ed El Shaarawy che possono decidere una gara con una loro incursione”.

Gerardo Del Cont dice la sua: “Allenatore troppo anziano! Nessuna nazionale top ha un allenatore così vecchio. Un commissario tecnico più giovane avrebbe fatto i cambi ad inizio ripresa per cercare di rimettere sulla strada giusta la gara. Non ci sono alibi, Liga e Serie A sono iniziate in simultanea, questa volta non ci sono scuse sul fattore físico e sui minuti sulle gambe”.

Marco Rossi, molto amareggiato dopo il pesante ko confessa: “Contro la Spagna non c’è stato uno e dico uno della formazione italiana con l’allenatore in testa all’altezza della situazione. Purtroppo uno come Ventura, che al massimo, ha allenato squadre di media classifica senza esperienza internazionale non appena deve metterci del suo denota tutti i suoi limiti tecnici. Poi sono d’accordo che alcuni giocatori siano avanti con l’età, ma, da sempre e in tutte le nazionali ci sono 2 o 3 calciatori anziani che fanno da raccordo con i giovani. Il problema è che i nostri giocatori anziani al Bernabéu hanno toppato, mentre gli spagnoli, no. Vedi… Iniesta sempre forte continua ad essere uno dei perni delle Furie Rosse”.

Antonio Cantelmo fa anche  un’analisi tattica della gara: “Che la Spagna sia forte è fuori discussione, anche la differenza di preparazione atletica è stata evidente diversa dalla nostra. Ma io dico una cosa, Ventura come può pensare di affrontare una partita così difficile e delicata con una formazione del genere ? Ma più che gli uomini è lo schieramento tattico che è assurdo e se vogliamo é stata una sorta di suicidio sportivo. Come fai a fare giocare otto calciatori fuori posizione, cioè fuori della posizione che abitualmente giocano nel loro club? Contro la Spagna tutti i difetti, di questo allenatore che non mi é mai piaciuto, si sono evidenziati”.

Antonietta Palumbo, dice che é andata su tutte le furie seguendo la gara di sabato. “Ventura dovrebbe dare le dimissioni, umiliati e presi a pallate con gli olé dei tifosi giá nel primo tempo. Poi la cosa che mi ha fatto infuriare di piú é stato il fatto che lui viene a fare il gradasso in conferenza stampa, cercando alibi dove non ci sono. Con lui si dovrebbe dimettere anche chi ha avuto il coraggio di prolungargli il contratto”.

Raffaele Galante dice la sua in questa maniera: “Si sa che gli spagnoli sono qualitativamente superiori a noi, se poi gli lasci pure libero il centrocampo, come l’ha fatto la nostra nazionale, sono guai seri. Giocare contro la Spagna con soltanto due centrocampisti in mediana è semplicemente una cosa da pazzi e questo arrivo a capirlo pure io che non sono un allenatore, ma un semplice tifoso ed amante del bel gioco”.

(Photo credit GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

Infine, Giorgio D’Angelo dice: “Il calcio italiano non esiste più. È una cosa preocupante e deprimente quella vista al Bernabéu. Che involuzione, appena un anno fa gli azzurri passeggiavano sulla furie rosse a Parigi durante l’Europeo. Però io penso che quello che sta accadento all’Italia con la Spagna succede per tanti motivi: psicologico, organizzativo, tecnico, tattico e tanti altri motivi. Dal 2008, non so cosa gli sucede agli azzurri con la roja, senza dimenticarci del massacro di Kiev nel 2012 a cui va aagiunta la sfortuna dei rigori alla Confederation Cup del 2013. E questo accade a livello di nazionale. Se parliamo di club, la Juve ha perso 2 finali di Champions League in tre anni con due squadre provenienti dal campionato spagnolo. Un team italiano non vince la coppa delle grandi orecchie dal 2010, é una situazione grave per un paese come l’Italia dove il calcio é il pane quotidiano. E non parliamo dell’Europa League, dove una squadra della Serie A non vince dal secolo scorso: nel ’99 l’ultimo titolo con il Parma, ricordiamoci che negli anni ’90 il nostro campionato faceva da padreone in questo torneo. È una situazione che mi rattrista. Adesso non resta che lottare per andare al mondiale via spareggio, dove spero di non fare la figura di m… di essere eliminati e dover guardare il campionato del mondo da spettatore e non da protagonista. Che Dio ce la mandi buona”.

E a questo punto rassegniamoci: sono playoff. Con la Spagna sempre avanti dopo lo scontro diretto – a meno di clamorosi ribaltoni nei tre turni mancanti – il primo posto resta un sogno. C’è da mantenere il secondo, non può sfuggirci, per programmare i playoff di novembre. Nei quali partiamo da favoriti e da teste di serie: però in 180’, sfida dentro o fuori, può succedere di tutto. Tra le quattro possibili avversarie c’è l’Ucraina di Shevchenko, l’Eire, Irlanda del Nord (la stessa che firmò la clamorosa e ultima eliminazione dell’Italia, sessant’anni fa) e la Grecia. Ma nel lotto delle rivali potrebbero rientrare anche la Slovacchia, la Serbia (al posto dell’Irlanda), Bosnia o Cipro.

L’ultima volta che l’Italia giocò gli spareggi per il Mondiale risale a venti anni fa: nel ’97, a Cesare Maldini toccò la Russia, e all’andata a Mosca sotto la neve ci fu il debutto di un certo Ganluigi Buffon. Stavolta, le avversarie fanno meno paura, ma lo spareggio resta sempre un pericolo.

(Fioravante De Simone)

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