Mdp avverte il governo sulla manovra: “Vedremo se votarla”

Mdp avverte governo su manovra
Mdp avverte governo su manovra

ROMA. – C’è un solo punto fermo nell’attività del governo da qui a fine anno, quando i più collocano anche la fine della legislatura: l’approvazione della legge di bilancio. Gli altri dossier, dallo ius soli al testamento biologico, per non parlare della legge elettorale, su cui il premier Paolo Gentiloni ha sempre alzato le mani, restano sullo sfondo. Ed è proprio sulla manovra dunque che si scaricano le tensioni dentro la maggioranza ed in particolare tra Pd e Mdp ormai ai ferri corti.

“La legge di stabilità è sub iudice, noi in questi mesi non siamo stati coinvolti in nessuna scelta, siamo quasi all’appoggio esterno”, avverte Alfredo D’Attorre oggi quando, secondo fonti di governo, la manovra è ancora in fase di impostazione. Sulla legge di stabilità il premier Paolo Gentiloni dovrà sfoggiare le migliori doti di mediazione perchè dovrà far quadrare le poche risorse con le esigenze dei partiti che useranno la manovra come biglietto da visita della campagna elettorale.

Matteo Renzi ha garantito, a quanto si apprende da fonti parlamentari, che non farà il disturbatore, negando l’intenzione di incalzare il governo per chiedere un intervento sulle pensioni. Ma sia Ap sia Mdp hanno intenzione di ottenere qualcosa.

“A Gentiloni – mette in chiaro il coordinatore di Art.1 Roberto Speranza – diciamo fin d’ora che se immagina di fare politiche sostanzialmente di destra basate su regalie e bonus fiscali, allora i voti vanno chiesti alla destra e non a noi. Faremo proposte, su quelle ci misureremo”.

Gli ex dem puntano a marcare il proprio profilo di sinistra rispetto al Pd e non aiuta lo scontro in vista della campagna elettorale in Sicilia, che entrerà nel vivo in parallelo alla definizione della manovra e all’approvazione entro il 15 ottobre in consiglio dei ministri.

E un altolà alla maggioranza arriva anche da Svp che conta almeno 4 senatori a Palazzo Madama, dove i numeri sono strettissimi. Gli autonomisti del Trentino Alto Adige mettono in chiaro che, se si tornerà a discutere del Fianum per la riforma elettorale e si riproporrà l’emendamento che elimina i collegi uninominali in Trentino Alto Adige, sarebbe “minata la base della nostra collaborazione con l’attuale maggioranza”.

Un avvertimento che rafforza la tesi di quanti, come ieri il renziano Roberto Giachetti, sono convinti che della riforma elettorale non se ne farà nulla e si andrà a votare con il Consultellum. “Siamo molto preoccupati – ammette il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato – per la posizione di Svp con cui abbiamo un accordo di maggioranza e che pone un tema che va risolto”.

Se la maggioranza prende sul serio le minacce di Svp, gli aut aut di Mdp sembrano, ad ora, destare meno preoccupazione. “Voglio vedere – dicono fonti dem – chi si prende la responsabilità di mandare il paese all’esercizio provvisorio affossando la manovra. Poi ne risponderà ai cittadini…”.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)