M5S celebra V-Day e punta al governo. Di Maio chiede unità

Il Vaffa Day dell'8 settembre 2007. NUCCI/BENVENUTI/ANSA - archivio / I51
Il Vaffa Day dell’8 settembre 2007. NUCCI/BENVENUTI/ANSA – archivio / I51

ROMA. – Il governo come obiettivo, l’unità come “conditio sine qua non” per arrivarci: a dieci anni dal V-Day il Movimento 5 Stelle serra i ranghi e, alla vigilia di primarie che rischiano di accrescere i malumori interni, celebra la sua spinta originaria che, in una Piazza Maggiore stracolma, partì nel 2007 a Bologna. E’ il giorno dei ricordi, per Beppe Grillo e per i “big” pentastellati, ma il Garante del M5S non nega la prospettiva delle prossime Politiche.

“Siamo ancora qua, più forti di prima, e forse a un passo da un altro traguardo storico”, scrive Grillo nello stesso giorno in cui Luigi Di Maio, il super-favorito per la premiership, invita tutti a “non mollare proprio ora” a “restare uniti e remare insieme verso la stessa meta”.

Di Maio parla a Trieste, in un evento che celebra, allo stesso tempo, la piattaforma Rousseau e il decennale del V-Day. E’ lui a concludere una kermesse nella quale, sul palco, mancano gli interventi di Grillo e, al contrario di quanto filtrato nel pomeriggio, Davide Casaleggio.

E Di Maio dal palco giuliano difende la piattaforma Rousseau (“è presa di mira perché devono dimostrare che un altro modo di fare politica non è possibile”), assicura che le primarie si faranno sulla Rete nonostante i recenti hackeraggi e tenta di stemperare polemiche esterne e interne: “siamo un movimento post-ideologico, che sinistra e destra non significano più nulla. Ma il fatto di non avere un’ideologia non vuol dire non avere un’idea di paese”.

Un Movimento che, a prescindere dal risultato e dalle regole – ancora ignote – che regoleranno le primarie, sulla figura di Di Maio punta per le elezioni in Sicilia e per le Politiche. Il frontman campano, la settimana prossima, tornerà infatti a Palermo e dintorni consapevole dell’importanza del voto del 5 novembre. Poi sarà la volta della settimana di Italia 5 Stelle a Rimini con il nodo delle candidature – e delle regole – al momento ancora da sciogliere.

E uno dei possibili avversari di Di Maio, Roberto Fico, rompe il silenzio proprio in onore del V-Day. “I Palazzi non ci hanno cambiati”, assicura l’esponente dell’ortodossia grillina invitando tutti a non negare i rischi legati “alla vanità nutrita dalla sovraesposizione”. Ma Fico, al tempo stesso, sottolinea: “l’onda che tutti insieme componiamo, ci salverà dal fallimento dell’uomo solo al comando”.

In rete, intanto, gli esponenti M5S celebrano il V-Day mentre Grillo, in un post dall’aria nostalgica elenca i suoi ricordi di quel “giorno memorabile. L’inizio di un’onda che si è trasformata nello tsunami del 2013 e che ancora oggi non ha arrestato la sua corsa”.

Ben diverso il ricordo degli autori di Supernova Marco Canestrari e Nicola Biondo. Presentando il volume, i due ex M5S tornano ad attaccare: “IL V-Dai è un’altra storia. Il M5S è stata una bella idea tradita dalle mancanze dei vertici e dall’arrivismo di chi, anche per sorte, si è trovato ad occupare ruoli di potere”.

(di Michele Esposito/ANSA)

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