L’Onu vota nuove sanzioni, Corea del Nord minaccia gli Usa

Carri armati sud coreani in una strada di Paju nella Corea del Sud. (ANSA/AP Photo/Lee Jin-man)
Carri armati sud coreani in una strada di Paju nella Corea del Sud. (ANSA/AP Photo/Lee Jin-man)

 

NEW YORK. – L’Onu è pronta a votare nuove sanzioni contro la Corea del Nord che torna così a minacciare gli Stati Uniti: “Saranno dolori e sofferenze, pagheranno un prezzo carissimo”, è il monito lanciato del ministero degli esteri di Pyongyang tramite l’agenzia di stampa del regime Kcna.

Eppure al Palazzo di Vetro di New York la proposta americana che prevedeva un totale embargo petrolifero e il congelamento di tutti gli asset del leader nordcoreano Kim Jong-un sarebbe stata ‘annacquata’ nelle ultime ore, nel tentativo di trovare un compromesso con Cina e Russia contrarie in linea di principio a nuove misure. E comunque decise ad ammorbidire ogni eventuale reazione della comunità internazionale all’ultimo test nucleare di Pyongyang.

Per Pechino e Mosca la via maestra da seguire è quella della diplomazia, anche se finora ha portato a scarsi risultati. Mentre per Washington perché la soluzione politica abbia successo è fondamentale inasprire la pressione sul regime di Kim, tagliando tutte le risorse e i finanziamenti che alimentano il programma nucleare e missilistico nordcoreani.

Nell’ultima bozza di risoluzione circolata prima della riunione del Consiglio di sicurezza, però, la proposta dell’embargo petrolifero èstata sostituita da una proposta che prevede solo una riduzione graduale delle esportazioni di petrolio e gas naturale verso la Corea del Nord. In particolare si parla di “fornitura, trasferimento o vendita a Pyongyang di tutti i derivati del petrolio sino a 500 mila barili per un periodo di tre mesi a partire dal primo ottobre, e sino a 2 milioni di barili all’anno a partire dal primo gennaio 2018”.

Questo però a condizione che tali forniture “siano impiegate esclusivamente per il sostentamento della popolazione e che non generino profitti da investire nei programmi nucleari o balistici”. Scomparso poi ogni riferimento all’inserimento di Kim Jong-un nella ‘lista nera’ con conseguente blocco di tutti i suoi beni ed asset finanziari e divieto di viaggio.

Un punto, come spiegano diplomatici del Consiglio di Sicurezza, anche questo eliminato per assecondare le richieste di Russia e Cina, che hanno potere di veto. Si amplia invece l’elenco di individui ed entità del regime soggetti alle misure restrittive. Infine la bozza di risoluzione prevede che tutti gli Stati membri vietino a loro cittadini o entità di “agevolare o effettuare trasferimenti da una nave all’altra di qualsiasi merce od oggetto che vengono forniti, venduti o trasferiti da o per la Nord Corea”.

“E’ una bozza equilibrata che innalza il livello di pressione sulla Corea del Nord, ma tiene anche conto delle preoccupazioni umanitarie”, ha commentato l’ambasciatore italiano all’Onu Sebastiano Cardi: “La bozza ribadisce che si deve raggiungere una soluzione attraverso una maggiore pressione, ma anche attraverso il dialogo e un processo politico pacifico”.

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