Salta il voto sullo Ius soli: “Manca la maggioranza”

Ius soli al Senato
Il sit-in a Montecitorio a favore del IUS SOLI 12 settembre 2017 a Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Il sit-in a Montecitorio a favore del IUS SOLI 12 settembre 2017 a Roma.
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Si restringono ancora di più le chances che lo ius soli veda la luce prima della fine della legislatura. Anzi, qualcuno, come già a luglio, considera le speranze di una sua approvazione, ridotte al lumicino. Il Pd ha deciso di non chiedere la calendarizzazione del testo al Senato perchè, ammette il capogruppo Luigi Zanda, “ora la maggioranza non c’è”.

Ma non è solo la contrarietà di Ap a bloccare il Pd: il governo non vuole rischiare di turbare i già fragili equilibri della maggioranza prima dell’approvazione, a fine mese, del Def che richiede, includendo la nota di variazione di bilancio, un voto a maggioranza assoluta, ovvero 161 voti, una quota che difficilmente a Palazzo Madama si è raggiunta negli ultimi tempi.

Il nuovo stop, nell’aria da giorni, è stato deciso nella conferenza dei capigruppo, la prima dopo la pausa estiva. Nonostante l’insistenza della sinistra, il Pd ha deciso di non portare al voto dell’aula lo ius soli, già rinviato a luglio davanti alla levata di scudi dei centristi. L’approvazione, vista la mole di circa 50mila emendamenti, potrebbe avvenire solo con il voto di fiducia, una scelta che rischierebbe di far esplodere la maggioranza e lascerebbe fuori partiti di opposizione, come Si, favorevoli al provvedimento ma non a concedere la fiducia al governo.

L’attenzione del governo, come sostiene il ministro Anna Finocchiaro, “resta massima” ma al momento non ci sono le condizioni per assicurarne l’approvazione. Anzì una forzatura da parte dell’esecutivo potrebbe compromettere il percorso sulla legge di bilancio che comincerà dopo il 20 con l’approvazione del Def. Per assicurare i 161 voti necessari alla maggioranza assoluta l’esecutivo deve serrare le fila ed evitare temi divisivi. Quindi, anche se ormai in pochi ci sperano, sullo ius soli si potrebbe riprovare tra il Def e l’approdo in Aula della manovra, attesa per fine ottobre.

Se Matteo Renzi ha deciso di affidare la decisione sull’esito del provvedimento al premier Paolo Gentiloni, protesta Mdp che proprio oggi nel vertice con Giuliano Pisapia ha definito il ddl sulla cittadinanza una priorità. “E’ una resa culturale”, denuncia il coordinatore di Art.1 Roberto Speranza mentre esulta l’altro alleato di governo, Ap, per il quale “vince il buon senso visto che le priorità del paese sono altre”.

Esultano anche le opposizioni da Fi ai grillini per i quali “una valutazione su una legge così importante andrebbe fatta dai cittadini tramite referendum”. Ma in attesa di blindare la maggioranza sul Def, non fa passi avanti neanche il ddl Richetti sui vitalizi, approvato alla Camera e da domani in commissione a Palazzo Madama. M5S chiede la calendarizzazione in Aula e denuncia “l’intenzione di affossare e insabbiare” il ddl Richetti su cui “noi non molleremo”.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)

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