Lavoro: Boeri rilancia il salario minimo, utile per tutti

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Lavoro: Boeri, rilancia salario minimo, utile per tutti

ROMA. – L’attuale sistema contrattuale su due livelli “non funziona” e andrebbe sostituito con un “salario minimo orario legale che valga per tutti”. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, rilancia la richiesta al Governo di introduzione di un minimo salariale legale per tutti i lavoratori che sostituisca i contratti nazionali ma al momento il Governo non sembra avere intenzione di affrontare il tema. La proposta di una sorta di salario minimo era contenuta nel Jobs act ma su questo punto la delega non è stata attuata. Secondo Boeri una riforma del sistema contrattuale potrebbe far aumentare il livello di occupazione, fondamentale in un Paese che registra altissimi livelli di Neet e un bassissimo tasso di occupazione. L’Italia, secondo dati regionali Eurostat pubblicati oggi, ha quattro tra le sei regioni europee con il più basso tasso di occupazione (sotto il 50% tra i 20 e i 64 anni in Calabria, Sicilia, Campania e Puglia). Nella maggior parte dei paesi europei il salario minimo esiste ma ha chiaramente livelli molto diversi a seconda dei Paesi con importi che vanno dai 235 euro al mese in Bulgaria (dati Eurostat riferiti al secondo trimestre 2017) a 1.998 in Lussemburgo. In Germania il salario minimo mensile è pari a 1.498 euro mentre in Francia si attesta su 1.480 euro. In Italia il tema non è all’ordine del giorno ma appare comunque improbabile che, nel caso se ne discuta, si usi la retribuzione oraria minima prevista per il contratto di prestazione occasionale (9 euro l’ora) dato che se si moltiplica questa cifra per le ore medie mensili (170) si arriverebbe a un salario minimo di 1.530 euro, superiore a quello dei principali contratti nazionali. Questa cifra infatti tiene conto del fatto che il contratto è breve e del fatto che non sono corrisposti altri istituti contrattuali come ferie, tredicesima e Tfr. “E’ paradossale – ha detto Boeri – che questo tema sia stato depennato”. L’eventuale introduzione del salario minimo infatti non impedisce di fissare un livello più alto delle retribuzioni con la contrattazione ove la produttività è più alta. Secondo Boeri la riforma del sistema contrattuale è ancora più importante oggi dopo la riforma del regime della protezione dell’impiego (il Jobs act) che ha introdotto il contratto a tutele crescenti. “Aumentano le assunzioni – spiega – ma aumentano anche le separazioni. E’ ancora più importante la riforma dei contratti perché spinge il lavoro nelle aree dove ci sono prospettive”. Boeri ha ricordato un dato dell’Ocse secondo il quale l’Italia ha il record del mismatching (l’abbinamento sbagliato tra lavoratori e posti di lavoro) tra i paesi più sviluppati. L’introduzione del salario minimo legale, secondo il presidente Inps, permetterebbe di tutelare i minimi salariali e di far crescere le retribuzioni lì dove la produttività è più alta. “Se l’occupazione è così bassa – avverte – è colpa anche di assetti contrattuali sbagliati. Il nostro sistema a due livelli non funziona. Non basta ridurre il numero dei contratti nazionali – dice – il salario minimo deve valere per tutti, non solo per chi non è tutelato dai contratti”. Ma quando si devono far proposte – conclude riferendosi ai sindacati – “invece di guardare al mercato del lavoro si fanno proposte sul sistema pensionistico. Questo è paradossale”.

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