Fumata nera sulle regole per il candidato premier, M5s attende

Bandiere del M5S
Si calmano le acque nella maggioranza.
M5s: base discute su riforma

ROMA. – E’ ancora fumata nera sulle regole che il M5s intende darsi per far scegliere agli iscritti il candidato premier. Il regolamento era atteso da giorni ma ancora nessun segnale arriva dai vertici del Movimento che dovranno prendere la decisione. Mentre monta il disincanto nelle truppe dei parlamentari.

Tra le ipotesi in campo si fa strada la possibilità di utilizzare un sistema ‘misto’ per votare il candidato: gli attivisti potrebbero dover scegliere una rosa di nomi che verrà sottoposta loro dopo una selezione che non dovrà passare necessariamente attraverso un primo turno di voto.

Dopo gli attacchi hacker di questa estate e, soprattutto, ricordando l’attacco che brucio’ il primo turno delle ‘quirinarie’ nel 2013, i vertici del Movimento sarebbero orientati a seguire la strada di un unico turno, da svolgere a ridosso della data di proclamazione prevista, il 23 settembre.

Una strada tuttavia irta di ostacoli: se buona parte dei parlamentari dovrebbe fare buon viso a cattivo gioco nel dare, per il bene del Movimento, disponibilità a correre contro un candidato molto in vantaggio come Luigi Di Maio, cosa faranno, ad esempio, un Alessandro Di Battista o un Roberto Fico? Senza contare che fino ad oggi tutti i sistemi di voto testati dal M5s puntavano ad evitare la “conta” dei voti dietro ciascun candidato proprio per evitare tentazioni “correntizie”.

Il blog per il momento tace, non si sa se neppure le operazioni di voto saranno garantite da un ente certificatore terzo (nel 2013 fu la società di certificazione internazionale DNV Business Assurance). E tace anche sull’altro fronte caldo in queste giornate, quello della Sicilia: il Tribunale di Palermo ha intimato la pubblicazione sul blog del dispositivo della sentenza con cui vengono sospesi gli effetti delle regionarie M5s siciliane, entro questa sera. Ma la pubblicazione tarda.

Nel frattempo dopo Mauro Giulivi, l’attivista che ha presentato ricorso contro la votazione, anche la sua compagna, la deputata Chiara Di Benedetto, è stata fatta oggetto di insulti e minacce di morte via web, anche da “sedicenti attivisti 5 Stelle” che le consigliano di non presentarsi a Italia 5 Stelle. Lei non si scompone, annuncia l’intenzione di partecipare comunque alla festa di Rimini e promette denunce.

E se da un lato questa nuova vicenda segna la definitiva rottura con il gruppo dei ‘monaci’ nutiani, dall’altra monta l’insofferenza di quell’altra metà di parlamentari, i cossiddetti ‘ortodossi’, che non hanno digerito ancora la designazione di fatto di Luigi Di Maio come candidato premier. Un malessere segnalato anche nelle indicazioni che stanno venendo in Parlamento rispetto agli incarichi di gruppo. E che emerge in occasione delle assemblee parlamentari, come quella congiunta di ieri.

Oggi, dopo che già è arrivato al ruolo di capogruppo un ortodosso come Andrea Colletti, sono stati ri-nominati vicepresidenti e delegati d’Aula, Carlo Sibilia e Davide Crippa. Saltata, invece, la riconferma di Laura Castelli, data come sempre più vicina all’entourage di Di Maio, come tesoriera del gruppo. Intanto mentre Di Maio e Di Battista annunciano a Roma le iniziative M5s contro i “vitalizi”, Fico in provincia di Napoli parteciperà ad un’iniziativa sull’accoglienza dei migranti.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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