Dopo l’attentato a Londra: Italia in allerta, simulato attacco a metro

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Londra: Italia in allerta, simulato attacco a metro. EPA/WILL OLIVER
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Londra: Italia in allerta, simulato attacco a metro. EPA/WILL OLIVER

ROMA. – Non ci sono evidenze di progetti terroristici contro l’Italia, ma le forze dell’ordine intensificano l’addestramento per gestire possibili attacchi. E l’azione ostile in metro – come avvenuto a Londra – è uno degli scenari ipotizzati in un’esercitazione congiunta che proprio ieri notte ha coinvolto le unità di primo intervento antiterrorismo di polizia e carabinieri.

Dopo l’attentato terroristico sulla Rambla a Barcellona lo scorso agosto, è stata predisposta – seguendo le direttive del ministro dell’Interno, Marco Minniti – l’intensificazione dell’attività di prevenzione in sinergia operativa tra le forze di polizia. E l’esercitazione ha coinvolto infatti per la prima volta sia polizia che carabinieri.

Si è svolta in contemporanea in tre città, con scenari operativi complessi e differenziati: a Roma è stato simulato l’attacco in metropolitana, a Genova nell’area portuale e a Bologna nella stazione dell’Alta velocità. Proprio quella nella Capitale è stata l’operazione più complessa. Si è immaginata un’aggressione con armi bianche a passeggeri, col conseguente fuggi fuggi nella stazione Laurentina della metro B.

L’azione parte da una telefonata al Numero unico di emergenza che segnala genericamente un’aggressione. La Sala operativa gira la chiamata alla polizia che invia una volante sul posto. I poliziotti acquisiscono l’informazione che gli aggressori inneggiavano ad Allah e a questo punto intervengono gli specialisti antiterrorismo: le Unità operative di primo intervento (Uopi) della polizia di Stato e le Aliquote di primo intervento (Api) e le Squadre operative di soccorso (Sos) dei Carabinieri. Gli agenti individuano i due aggressori all’interno dell’ultimo vagone del treno, armati soltanto di coltelli e li catturano.

Nello stesso tempo si svolgevano analoghe esercitazioni, sempre con armi bianche (coltelli), a Bologna (nel parcheggio della stazione) e Genova (banchina di imbarco al porto). Complessivamente 150 gli uomini impegnati. Queste simulazioni periodiche servono a tenere sempre oliata la ‘macchina’ del primo intervento intervento anti-terrorismo e a testare la sinergia tra polizia e carabinieri.

Gli specialisti di Uopi, Api e Sos sono operativi in 20 città (Roma, Milano, Torino, ma anche centri più piccoli come Lecce e Venezia). Equipaggiati di giubbotto antiproiettile a prova di kalashnikov, bodycam, sistema a puntamento laser, arma lunga Hk, si muovono a bordo di mezzi completamente blindati. La costituzione dei team è stata decisa dopo l’attacco a Charlie Hebdo a Parigi.

Come si è visto a Londra, la metropolitana è uno dei possibili obiettivi di azioni terroristiche e, insieme a stazioni ferroviarie, porti ed aeroporti, è uno dei luoghi ‘sorvegliati speciali’, dove l’azione delle forze dell’ordine è resa particolarmente difficile dalla folla e dall’ambiente chiuso e buio. Ma l’allerta si è via via allargata a tutti i luoghi che richiamano folle con l’attivazione di barriere anti-auto che sono spuntate nelle principali piazze e vie di tante città.

(di Massimo Nesticò/ANSA)