Parlamentari “salvano” pensione, bufera tra i partiti

Pensione ai parlamentari
Pensione ai parlamentari dopo il primo mandato.
Pensione ai parlamentari
Pensione ai parlamentari dopo il primo mandato.

ROMA. – Scatta da oggi il diritto per i parlamentari di usufruire di una pensione anche con un solo mandato di legislatura: potranno andare via a 65 anni (chi è al secondo o terzo mandato a 60 anni) con i soli contributi e versamenti maturati durante il ‘lavoro’ alla Camera o al Senato.

E’ il giorno che il M5s aspettava da mesi e come promesso ne ha approfittato per scatenare il suo fuoco di fila contro questo “privilegio medievale” che i “partiti non hanno voluto cancellare”. “Sarà il loro armageddon” sentenzia Luigi Di Maio che già aveva avvertito le forze politiche che la guerra ai “vitalizi” sarebbe stata al centro della campagna elettorale del Movimento per vincere in Sicilia e poi al governo nazionale.

E per non dare adito a nessuna speculazione, i parlamentari del M5s hanno anche annunciato che per quanto li riguarda, loro a questa pensione intendono rinunciarci. O meglio, in una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato, chiedono che il loro trattamento pensionistico venga equiparato a quello “dei cittadini mortali”.

“‘Non si può fare’ ci diranno, perché sono coscienti che non avrebbero più scampo. E invece si può fare: c’è il principio dell’autodichia che se vale sempre deve valere anche quando si decide di rinunciare a un ingiusto privilegio” dicono i 5 Stelle.

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, promette che si tratta di “una questione che valuteremo”. Ma i partiti, dal Pd alla Lega, non intendono abbozzare. “Che pietoso teatrino! Ma i fatti parlano chiaro e chi si accaparra il vitalizio da settembre sono tutti i parlamentari 5 stelle e metà di quelli Pd” attacca Gian Marco Centinaio capogruppo della Lega Nord al Senato.

“I Cinque Stelle non hanno rinunciato ai ‘vitalizi’, si sono limitati a scrivere una letterina” afferma pure il senatore Pd Mario Morgoni mentre anche il senatore Lucio Barani, presidente del gruppo Ala-Scelta Civica parla di “fumo negli occhi dei cittadini”. Ironizza il segretario di Rivoluzione Cristiana, Gianfranco Rotondi: “i Cinquestelle hanno ragione: i partiti non hanno scampo, perché invece di difendere il tempio della politica l’hanno sconsacrato, inseguendo il grillismo”.

Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, chiede di trovare il modo di contemperare due necessità: “il parlamentare è uguale a tutti gli altri cittadini, ma svolge una funzione istituzionale che lo rende diverso da tutti gli altri cittadini. Questi due aspetti devono trovare una sintesi”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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