Vent’anni fa i primi passi di Google, fu registrato il dominio

Google verso un nuovo formato news
Google verso un nuovo formato news

ROMA. – Prima di Google si usavano le imponenti enciclopedie posizionate in bella vista nei nostri salotti, con il motore di ricerca tutto è cambiato. Compie vent’anni il dominio Google.com che fu registrato il 15 settembre 1997, mentre la società fu fondata l’anno dopo, il 4 settembre 1998 da Larry Page e Sergey Brin, allora studenti dell’Università di Stanford, in California.

Un compleanno che coincide con i 30 anni del primo dominio ‘.it’ in Italia, a ricordarci quanto Internet ha cambiato le nostre vite in un tempo abbastanza breve. La società in realtà prende a riferimento la data del 27 settembre 1998 per il suo compleanno, in ricordo di quando fu registrato il record di pagine indicizzate.

Oggi Google è il motore di ricerca più popolare al mondo tanto da aver dato vita al neologismo “to google” ovvero “fare ricerca sul web”. Ed è una delle maggiori società internet al mondo. E’ la compagnia principale della holding Alphabet, creata nell’ottobre 2015 per separare l’attività di ricerca online dalle altre società e divisioni che nel frattempo Mountain View aveva lanciato.

Partita come motore di ricerca, Google oggi è attiva su decine di altri ambiti: dalla gestione degli annunci pubblicitari all’editoria, dalle mappe ai video con YouTube, dai programmi per navigare online con Chrome, al sistema operativo “mobile” Android che ha tagliato il traguardo dei 2 miliardi di dispositivi attivati nel mondo.

Tra i progetti più ambiziosi i Google Glass – poi destinati solo a usi professionali -, i palloni aerostatici per la connettività internet e le auto che si guidano da sole. Negli Stati Uniti il motore di ricerca è utilizzato dal 67,5% degli utenti di Internet, in Italia dal 95% (fonte Search advertising).

Un monopolio che ha aspetti controversi come dimostra la multa record da 2,42 miliardi di euro comminata dall’Unione europea per abuso di posizione dominante, a cui la società ha presentato ricorso. E di recente Big G è finita nel mirino per il manifesto sessista di un ingegnere, poi licenziato, e per l’accusa mossa da tre ex dipendenti di discriminare le donne negli stipendi.

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