Negli Usa boom per “To be honest”, app anonima senza bulli

Negli Usa boom per 'To be honest', app anonima senza bulli
Negli Usa boom per ‘To be honest’, app anonima senza bulli

ROMA. – Dopo il tormentone Sarahah un’altra app anonima sta spiccando il volo: si chiama To Be Honest, “A essere sinceri”, e sta conquistando i teenager americani con una comunicazione diretta, senza inibizioni, filtrata da un parziale anonimato, che rifugge volutamente da insulti, offese e linguaggio d’odio. La chiave del suo successo pare essere proprio questa: è a prova di cyberbullo, almeno per il momento.

Lanciata ad agosto, nelle ultime settimane Tbh, così viene abbreviata, ha scalato l’App Store di Apple a stelle e strisce. Il funzionamento di questo social è molto semplice, a metà tra il gioco e la comunicazione. Propone soltanto quiz positivi tra gli amici. Consente di comunicare senza rivelare completamente la propria identità e permette di scambiarsi solo complimenti. Promuove sincerità e gioco, senza insulti. Una formula che pare funzionare visto che sarebbero già stati oltre 150 milioni i quiz scambiati tra oltre un milione di iscritti, secondo quanto dichiarato dalla stessa compagnia.

L’app è stata lanciata da Midnight Labs, per ora solo in alcuni Stati americani. Rivolta ai teenager, To be honest connette gli iscritti con altri membri presenti nella loro rubrica telefonica, quindi con nessun potenziale sconosciuto. Poi propone sondaggi sui contatti con risposte da dare entro un certo tempo. Sono tutti quiz “in positivo”: chiedono ad esempio chi sia il più bravo a organizzare feste o chi sappia ascoltare di più.

L’anonimato che tanto piace ai giovanissimi, ma che rischia di degenerare nelle allusioni sessuali o nelle offese, è solo parziale: quando si viene scelti in un sondaggio si hanno degli indizi su chi ha espresso quel giudizio. Ad esempio una ragazza di una certa classe, senza specificare chi. Più si viene scelti nei quiz più si conquistano ‘gemme virtuali’, punti con cui sbloccare funzioni nell’app.

Gli utenti possono anche creare i propri quiz: oltre alle policy che invitano a non creare sondaggi “offensivi”, l’opzione potenzialmente pericolosa viene disinnescata con un’approvazione necessaria prima della pubblicazione. Un altro modo con cui si cercano di evitare inclinazioni meno nobili, dagli sfottò alle vere e proprie molestie online.

Quella delle app per la comunicazione in forma anonima è da alcuni anni un pallino della Silicon Valley: ci hanno provato start up come YikYak, l’app per la comunicazione anonima tra universitari lanciata nel 2013, e colossi come Facebook con Rooms l’anno dopo, rilanciando i forum online dell’internet della prima ora. Tutti tentativi falliti.

Sarahah quest’estate è diventata un tormentone anche in Italia, ma a causa del sopravvento dei leoni da testiera e dei problemi legati alla privacy il fenomeno si è già sgonfiato. Chissà se To be honest conquisterà definitivamente o se la sua bontà finirà per annoiare.

(di Stefania Passarella/ANSA)