Legge elettorale: Rosatellum 2.0 in pista. Bersani critico, M5s si sfila

Rosatellum 2.0
Rosatellum 2.0
Rosatellum 2.0
Legge elettorale al palo

ROMA. – Sarà depositato domani in Commissione Affari costituzionali della Camera il nuovo testo di legge elettorale (il cosiddetto Rosatellum 2.0), ma il relatore Emanuele Fiano ha già portato avanti il lavoro, incontrando i rappresentanti dei gruppi. Consultazioni che lo inducono a prevedere un “consenso significativo” se Forza Italia sarà della partita, visto che invece M5s, Mdp e Fdi hanno bocciato il nuovo testo: rispetto al proporzionale puro, ha il 36% dei deputati eletti in collegi uninominali, che spingono a formare coalizioni.

All’ ottimismo delle dichiarazioni, vista l’apertura di FI, si contrappone il timore di nuove imboscate in aula nei voti a scrutinio segreto. Fiano ha incontrato i rappresentanti di quasi tutti i gruppi, dato che M5s ha disertato sostenendo che il cosiddetto Rosatellum 2.0 è un “anticinquestellum”, visto che introduce le coalizioni, a cui si oppongono strenuamente. E una bocciatura totale è giunta anche da Mdp con Pierluigi Bersani, che invece chiede di rimanere sul proporzionale.

Il Pd invece spera di strappare l’assenso a Giuliano Pisapia grazie alla previsione di coalizioni nei 231 collegi uninominali. “E’ l’ultimo tentativo possibile” avverte il vicesegretario dem Maurizio Martina. Il capogruppo Dem alla Camera, Ettore Rosato, ha auspicato una coalizione non solo con l’ex sindaco di Milano ma con tutta Mdp, che però con il Pd a trazione renziana non ha intenzione di allearsi.

Nel centrodestra la Lega ha dato il consenso con Gianfranco Giorgetti, mentre da Forza Italia è giunta una cauta apertura. Silvio Berlusconi ha convocato ad Arcore i due capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta, e l’indicazione emersa è un “vediamo le carte”.

Al capogruppo Francesco Paolo Sisto, che ha incontrato Fiano, il Pd ha sottolineato che con il Rosatellum 2.0 Fi eviterebbe il listone unico con Lega e Fdi, a cui sarebbe costretta con l’Italicum, attualmente in vigore. Per Fratelli d’Italia, nonostante il gradimento per la coalizione, Giorgia Meloni ha stroncato il testo: “Mi fa schifo”. Il motivo, ha spiegato Ignazio La Russa, è che nella parte proporzionale i deputati verranno eletti in listini bloccati di quattro nomi, come chiede Fi, mentre Fdi vuole le preferenze.

In ogni caso domani Fiano depositerà il testo base, che dovrà essere approvato, per poi fissare il termine per gli emendamenti. Un sì arriverà anche da Ap contenta per la soglia al 3%, dalla Lega e da Fi, come gesto di apertura. Se reggerà l’intesa tra tutti questi partiti il testo passerà in Commissione, ma più d’uno solleva timori che in Aula possano riproporsi problemi sui numerosi voti segreti.

I collegi uninominali sfavoriscono ora il Pd ora Fi nelle diverse regioni, per cui i deputati dei due partiti candidati in quelle regioni potrebbero votare contro. Ad esempio sarebbero eletti più deputati di Fi in Campania o in Calabria con il Consultellum che non con il Rosatellum, e così vale per il Pd in Lombardia. Ma rispetto a giugno non c’è più lo spettro di urne anticipate, e questo porta acqua al mulino del Rosatellum 2.0.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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