Non solo Mertens, quando il gol d’autore è l’essenza del calcio

Gol Mertens in Lazio-Napoli

ROMA. – I gol d’autore, ovvero l’essenza del calcio. Al primo posto di un’ideale galleria ci sarà sempre quello che viene considerato il più bello di sempre, la seconda rete di Diego Maradona nella sfida tra Argentina e Inghilterra dei Mondiali del 1986, passata alla storia anche per la ‘mano de Dios’. Ma i capolavori del ‘Pibe de Oro’ furono innumerevoli, da genio del pallone quale era, basti pensare a quando segnò al Verona e alla Lazio calciando da centrocampo, oppure a quelli fatti in un modo simile a ciò che ha inventato Mertens all’Olimpico contro la Lazio.

Pensando a Maradona viene subito in mente l’altro ‘Rei’ del calcio, Pelè, che il più bel gol della sua vita in realtà lo ha sfiorato quando fece fuori il portiere dell’Uruguay Mazurkiewicz con un’irresistibile finta che lasciò tutti a bocca aperta, ma poi il pallone finì fuori d’un soffio. Era la semifinale di Messico ’70, e la Perla Nera si rifece qualche giorno dopo in finale contro l’Italia, quando rimase sospeso in cielo per ‘incornare’ il pallone e segnare la rete dell’1-0 contro l’Italia.

Favoloso fu il gol, con sfera fatta passare sopra la testa del difensore avversario, che O Rei segnò in un’altra finale mondiale, quella di Svezia 1958, quando non era nemmeno maggiorenne e il pianeta imparò a conoscerlo. Con il Santos così ne fece tanti, in Brasile è rimasto ‘immortale’ uno realizzato alla Juventus di San Paolo, ma all’epoca non c’era così tanta televisione e neppure così tante foto, così l’immagine non ha ami avuto lo spazio che avrebbe meritato. Un po’ come successe alle reti di Garrincha, colui che, come scrisse il poeta Vinicius de Moraes, “con il pallone era più rapido del proprio pensiero”.

Il calcio di oggi, così televisivo e ‘social’, tramanderà ai posteri i gol spettacolari di un altro inquilino dell’Olimpo del pallone, quel Lionel Messi che sta costruendo una galleria di prodezze che rimarrà difficilissima da imitare. Cristiano Ronaldo è meno ‘show man’ del grande rivale, ma ugualmente efficace in fatto di classifica dei cannonieri.

Immagine che rimane spesso impressa, per la spettacolarità, è quella dei gol in rovesciata, come fecero Yuri Djorkaeff in maglia nerazzurra contro la Roma e Marco Van Basten con il Milan e contro il Goteborg. Del grande olandese rimarrà per sempre anche il ricordo della meravigliosa rete segnata con l’Olanda nella finale degli Europei del 1988 contro l’Urss. E che dire, a proposito di olandesi, del ‘Papero d’oro’ Johan Cruijff e della prodezza eseguita in spaccata ai tempi del Barcellona. Venne immortalata dal film di Sandro Ciotti ‘Il Profeta del Gol’.

Con la casacca blaugrana ha fatto faville, anche se solo per un anno, Ronaldo Fenomeno che nel 1996, a vent’anni, contro il Compostela in Coppa del Re mise a segno il gol più bello della sua carriera, partendo dalla propria metà campo e bruciando in velocità tutti gli avversari. Una rete molto simile la realizzò una decina d’anni dopo Messi quando nel Barca aveva ancora la maglia numero 20 e l’allenatore era Frankie Rijkaard.

Non si può dimenticare nemmeno cosa fece Ronaldinho contro il Real Madrid, quando tutto il Bernabeu si alzò in piedi per applaudire il numero 10 rivale. Stadio avversario tutto in piedi ad applaudire anche per Francesco Totti quando segnò un fantastico gol a Marassi contro la Sampdoria. E che dire dei cucchiai dell’ex capitano della Roma?

Reti in velocità seminando avversari le ha realizzate anche un altro Pallone d’oro, il milanista George Weah, entrato in questa ‘pinacoteca’ grazie alle pennellate d’autore con cui realizzò capolavori calcistici contro Lazio e Verona.