Trump, nuove sanzioni alla Corea del Nord

Trump, nuove sanzioni alla Corea del Nord
Trump, nuove sanzioni alla Corea del Nord

NEW YORK. – Due giorni dopo aver minacciato al Palazzo di Vetro di “distruggere totalmente” la Corea del nord in caso di attacco agli Usa o ai suoi alleati, Donald Trump firma un ordine esecutivo per infliggere nuove sanzioni contro individui, società e banche che finanziano o facilitano affari con Pyongyang. Un annuncio fatto prima di un pranzo con il presidente sudcoreano Moon Jae-in e con il premier giapponese Shinzo Abe, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu.

Il presidente Usa sceglie quindi di aumentare la pressione economica e diplomatica per costringere ‘Rocket Man’, come ha ribattezzato sarcasticamente il dittatore Kim Jong-un, a chiedere il negoziato. Una opzione, quest’ultima, che non ha escluso: a chi gli chiedeva se il dialogo è ancora possibile, il tycoon ha risposto ‘Why not?’. Ora però è il momento di mettere la Corea del nord all’angolo, come sta tentando di fare anche con l’Iran, minacciando di far cadere l’accordo sul nucleare per indurre Teheran ad accettare nuove regole più stringenti.

L’obiettivo di Trump è di tagliare i rapporti d’affari con cui Pyongyang sviluppa il suo programma nucleare e missilistico. “E’ inaccettabile, la tolleranza per questa prassi vergognosa deve finire ora”, ha ammonito. A questo proposito, il tycoon ha reso noto con soddisfazione che la Banca centrale cinese ha ordinato alle banche del Paese di mettere fine ai loro rapporti con la Corea del Nord. Una rivelazione confermata dall’agenzia sudcoreana Yonhap, secondo cui alle banche locali è stato chiesto di bloccare l’offerta di servizi a nuovi clienti nordcoreani e di ridurre il giro dei rapporti in essere.

Una “questione politica a livello nazionale e di sicurezza nazionale”, ha spiegato l’istituto centrale di Pechino, ricordando la necessità di rispettare le sanzioni del Consiglio di sicurezza, che peraltro si riunisce per discuterne l’entrata in vigore. Insomma, la Cina sembra muoversi concretamente, come chiedeva Trump.

Anche l’Ue è pronta a decidere nuove sanzioni contro la Corea del Nord: i 28, secondo fonti europee, hanno messo a punto una bozza di accordo che potrebbe essere formalizzata alla prossima riunione del Consiglio Esteri, in agenda il 16 ottobre.

Nel frattempo Trump continua a far salire la pressione su Teheran, dopo aver annunciato di aver preso la sua decisione se certificare o meno il rispetto dell’accordo internazionale sul nucleare alla prossima scadenza del 15 ottobre. Una decisione che “non ha condiviso esternamente con nessuno”, neppure con Theresa May, ha spiegato il segretario di stato Rex Tillerson, dopo una riunione dei 5+1, con la Germania.

Se decidesse per il no, il tycoon non abrogherebbe automaticamente l’accordo ma darebbe al Congresso 60 giorni per imporre nuovamente le sanzioni all’Iran, una azione che di fatto metterebbe fine al patto, almeno per gli Usa. Secondo il New York Times, però, il suo vero obiettivo è quello di costringere Teheran a rivedere alcune clausole e scadenze dell’intesa, eventualmente con un accordo supplementare che potrebbe soddisfare anche Israele.

Federica Mogherini, alto rappresentante per la politica estera Ue, ritiene che “la comunità internazionale non può permettersi di smantellare un accordo che funziona”. Il presidente francese Emmanuel Macron concorda, ma ritiene che non basti e sosterrebbe l’aggiunta di “altri due o tre pilastri”, tra cui il programma sui missili balistici.

Ma per Teheran l’accordo non è rinegoziabile, e attacca Donald Trump per il suo discorso all’Onu: usa “un linguaggio da gangster e cowboy” accusa la Guida suprema, ayatollah Sayyed Ali Khamenei.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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