Papa: “Preoccupa la xenofobia in Europa, anche tra i cattolici”

Papa Francesco tra migranti.
Papa Francesco tra migranti. (ANSA/AP Photo/Fabio Frustaci)
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Papa contro la xenofobia. (ANSA/AP Photo/Fabio Frustaci)

CITTA’ DEL VATICANO. – L’Europa dei “muri” preoccupa il Papa. Ma ad allarmarlo è soprattutto la crescita dei sentimenti di xenofobia, di “intolleranza” e “rigetto” verso i migranti anche tra i cattolici del continente. Ne parla chiaramente ricevendo i direttori nazionali della pastorale per i migranti, riuniti a Roma dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee) con a capo il card. Angelo Bagnasco.

“Non vi nascondo la mia preoccupazione di fronte ai segni di intolleranza, discriminazione e xenofobia che si riscontrano in diverse regioni d’Europa”, afferma. “Esse sono spesso motivate dalla diffidenza e dal timore verso l’altro, il diverso, lo straniero”, osserva.

“Mi preoccupa ancor di più – prosegue – la triste constatazione che le nostre comunità cattoliche in Europa non sono esenti da queste reazioni di difesa e rigetto, giustificate da un non meglio specificato ‘dovere morale’ di conservare l’identità culturale e religiosa originaria”.

Per Francesco, però, la Chiesa “si è diffusa in tutti i continenti grazie alla ‘migrazione’ di missionari che erano convinti della universalità del messaggio di salvezza di Gesù Cristo, destinato agli uomini e donne di ogni cultura”. E se in essa “non sono mancate tentazioni di esclusivismo e arroccamento culturale”, “lo Spirito Santo ci ha sempre aiutato a superarle, garantendo una constante apertura verso l’altro”, considerata come “una concreta possibilità di crescita e di arricchimento”. Tanto da dirsi “sicuro” che “lo Spirito ci aiuta anche oggi a conservare un atteggiamento di apertura fiduciosa, che permette di superare ogni barriera, di scavalcare ogni muro”.

Bergoglio, anche “di fronte ai flussi migratori massicci, complessi e variegati, che hanno messo in crisi le politiche migratorie fin qui adottate e gli strumenti di protezione sanciti da convenzioni internazionali”, non manca di richiamare la Chiesa a “rimanere fedele alla sua missione”, quella “di amare Gesù Cristo particolarmente nei più poveri e abbandonati”, tra cui “rientrano certamente i migranti ed i rifugiati”.

E “l’amore materno della Chiesa verso questi nostri fratelli e sorelle – avverte – chiede di manifestarsi concretamente in tutte le fasi dell’esperienza migratoria, dalla partenza al viaggio, dall’arrivo al ritorno”, in modo che “tutte le realtà ecclesiali locali situate lungo il tragitto siano protagoniste dell’unica missione, ciascuna secondo le proprie possibilità”.

Per il Papa, il “profondo disagio di fronte all’arrivo massiccio di migranti e rifugiati”, “va riconosciuto e compreso alla luce di un momento storico segnato dalla crisi economica, che ha lasciato ferite profonde”. Esso, poi, è stato “aggravato dalla portata e dalla composizione dei flussi migratori, da una sostanziale impreparazione delle società ospitanti e da politiche nazionali e comunitarie spesso inadeguate”.

Ma il disagio è sintomo anche dei “limiti dei processi di unificazione europea, degli ostacoli con cui si deve confrontare l’applicazione concreta della universalità dei diritti umani, dei muri contro cui si infrange l’umanesimo integrale che costituisce uno dei frutti più belli della civiltà europea”. La sintesi di Francesco verso le sfide migratorie resta quella del Messaggio per la Giornata del Migrante e Rifugiato, in quattro verbi: “accogliere, proteggere, promuovere, integrare”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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