Gentiloni: “Preoccupato”. Rilancio Ue con Merkel e Macron

Migranti
Merkel, Macron e Gentiloni
Migranti
Merkel, Macron e Gentiloni

 

 

ROMA. – Se, come in ogni elezione straniera, i partiti si fanno i conti in casa scorgendo tendenze più o meno favorevoli, il premier Paolo Gentiloni vede nel nuovo corso tedesco, pur sotto la guida di Angela Merkel, motivi di “difficoltà” e “preoccupazione” sia sul tema dei migranti, ora che l’Ue cominciava a dare segnali di solidarietà, sia sulla crescita con la spinta italiana alla flessibilità per investimenti.

Certo la legislatura è agli sgoccioli ma l’impegno del governo fino alle elezioni sarà di spingere per un asse Italia-Francia-Germania per rilanciare un’Europa che, secondo Romano Prodi, “mezza cotta e mezza cruda non piace a nessuno”.

Il vertice tra Francia e Italia, mercoledì a Lione, sarà la prima occasione per il presidente francese Emmanuel Macron e per Gentiloni per un primo confronto, in attesa di Merkel, su come far sul serio in Europa e cercare di dare una risposta all’avanzata dell’ultradestra anti-europeista come Le Pen in Francia e Afd in Germania.

“Confido – auspica il premier italiano – che la cancelliera tedesca continuerà nell’impegno europeista che è sfida a trasformare l’Europa per dare risposte ai cittadini”. Perchè “la migliore risposta agli estremismi è l’impegno sul lavoro, sugli investimenti, sull’immigrazione”.

L’Italia, insomma, si candida, secondo Gentiloni e il Pd, ad essere nella testa di serie di una ricostruzione dell’Ue “più vicina ai cittadini” che blocchi la crescita dei partiti anti-europeisti. E, secondo alcuni scenari, la vittoria azzoppata della Merkel non è per forza un danno a Bruxelles, per anni a trazione tedesca soprattutto nella linea della politica economica.

Ma è indubbio che il voto in Germania non promette nulla di buono sul fronte dell’accoglienza ai migranti e sulle prime aperture di Merkel alla revisione dei trattati di Dublino. Se la sinistra, dopo la Francia, è chiamata ad interrogarsi sul crollo dell’Spd, il centrodestra fa i conti con le proprie ambiguità di coalizione.

Il leader leghista Matteo Salvini si identifica e difende l’Afd marcando però una differenza: “noi andremo a governare”. Certezza che urta Forza Italia dopo il riavvicinamento di Silvio Berlusconi a Angela Merkel dentro il Ppe. “Al governo ci andrete grazie a Forza Italia”, mettono in chiaro i luogotenenti azzurri.

Dal fronte degli “estremisti” si sfila con forza, invece, il neo candidato premier M5S Luigi Di Maio. “Noi siamo l’unico argine a quelli che sono gli estremismi in Europa, fermo restando che poi il voto mostra anche che i partiti tradizionali sono in declino”, sostiene Di Maio, che con la proposta degli investimenti fuori dal deficit lancia una delle parole d’ordine grilline della prossima campagna elettorale italiana al pari di Matteo Renzi che batterà sulla richiesta di un ritorno ai parametri di Maastricht.

(Di Cristina Ferrulli/ANSA)